Sul Financial Times era comparsa due giorni fa una indiscrezione su un documento della Commissione Europea, esaminato da Daniele Lepido sul Sole24Ore di ieri, sull'orientamento della UE a proposito della Next Generation Access Networks, NGA.
Da
quanto si apprende si tratta di un documento finale nella sua
elaborazione ma provvisorio perché non costituisce di per sé una
decisione della Commissione che dovrebbe anzi avviarne l'esame settimana
prossima.
Palazzo Berlaymont il palazzo delle decisioni per l'Unione Europea
Quale novità porta
nel dibattito in corso in Italia a proposito delle "Linee Guida"
elaborate da Francesco Vatalaro, professore di Telecomunicazioni
all'Università La Sapienza di Roma, presidente del Comitato NGN su
incarico dell'AGCOM, l'Autorità Garante delle Comunicazioni?
Che cosa aggiunge oppure oppone alle contestazioni che
Aiip, Vodafone, Fastweb, Wind, TeleTu, Tiscali, Welcome Italia e British Telecom hanno fatto al documento di Vatalaro che non ha recepito i loro punti di vista? (vedi
Cosa vogliono gli operatori anti-Comitato NGN? e anche
Comitato NGN: è tutto sbagliato è tutto da rifare e infine
Il Comitato NGN dà suggerimenti inutili all'AGCOM)
La
novità è soprattutto una e di grande rilievo: la Commissione Europea
ritiene che occorre fare ogni sforzo per accelerare la nascita di un
mercato competitivo anche per la Next Generation Network.
Il
cardine sul quale ruota il ragionamento è una similitudine: quanto si è
riusciti a fare nell'aprire e rendere un mercato competitivo la rete in
rame dalle precedenti posizioni monopolistiche dell'operatore incumbent,
altrettanto occorre fare per la NGA in fibra ottica.
La rete in fibra deve essere sostanzialmente neutra nei diritti, aperta a tutti coloro
che vogliono veicolarvi servizi, con una corretta remunerazione per chi
l'ha impiantata e la gestisce. Questo perché fare una rete in fibra
costa così tanti soldi che occorre condividere quanto più possibile
spese e investimenti. Per cui le Autorità nazionali favoriscano
circostanze di coinvestimento e aggregazioni tra operatori. Fermo
restando la neutralità e il diritto di transito per tutti con la equa
remunerazione del proprietario.
Questo è un
discorso difficilissimo e durissimo per le orecchie degli incumbent. Deutsche Telekom, per fare un esempio, aveva espressamente fatto presente il proprio punto di vista: "
rete nuova, regole nuove", "Sulla mia fibra faccio passare chi dico io e al prezzo che dico io". Pensieri non lontanissimi da alcune espressioni formulate mesi fa anche da
Telecom Italia
e poi mitigate da una cauta apertura a quanto sarebbe emerso sia dal
Comitato NGN, consigliore dell'AGCOM, sia dal "tavolo tecnico"
organizzato dal sottosegretario Paolo Romani, che si occupa di
Comunicazione.
Nel documento della Commissione Europea si rimanda all'
orientamento al costo per la valutazione dell'utilizzo delle infrastrutture civili,
si ricopia nell'unbundling della fibra quanto s'è fatto e si fa con il doppino di rame,
i prezzi praticati dai proprietari della fibra non devono essere
discriminatori dei richiedenti, ci deve essere un margine tra i prezzi
all'ingrosso e la vendita al dettaglio così che anche terze parti
possano entrare nel mercato e fare le proprie offerte di servizi, chi
pone la fibra deve metterne in abbondanza o lasciare spazio nei
cavidotti perché altri mettano propria fibra.
Insomma, molte
indicazioni di dettaglio fornite ai Regolatori Nazionali perché si crei
sostanzialmente un network europeo regolato quanto più possibile allo
stesso modo e senza eccessive differenze nazionali tra i 27 Paesi.
E per quanto riguarda il
passaggio dal rame alla fibra la
raccomandazione della UE è di fare un "transparent framework" per la
migrazione, con tanto di fasi e procedure e informazioni sui sistemi
operativi così che gli operatori alternativi siano facilitati nel
passaggio da un mondo all'altro.