02/09/2025 di Redazione

Nvidia, due clienti “misteriosi” valgono il 39% dei ricavi trimestrali

Il colosso dei chip grafici svela nel filing alla Sec che due soli clienti hanno generato quasi il 40% delle entrate del secondo trimestre. Ma la loro identità resta avvolta nel mistero.

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Nvidia ha chiuso il secondo trimestre fiscale con una rivelazione che ha destato più di un interrogativo tra analisti e investitori. Nel filing depositato presso la Securities and Exchange Commission statunitense, l’azienda ha dichiarato che due soli clienti hanno contribuito al 39% del fatturato complessivo, con il primo che si è reso responsabile di ben il 23% degli acquisti e il secondo del 16%. Considerato che Nvidia ha dichiarato vendite complessive nel trimestre di quasi 47 miliardi, il primo cliente ha speso circa 10 miliardi mentre il secondo circa 7 e mezzo.

Il livello di concentrazione degli acquisti è quindi ben superiore a quello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, quando i primi due clienti si erano fermati rispettivamente al 14% e all’11%. La crescita dei volumi, trainata dalla domanda globale di infrastrutture per l’intelligenza artificiale, sembra quindi legata in misura crescente a pochi player.

Cloud provider o integratori?

Chi siano questi due clienti rimane un segreto ben custodito. Non necessariamente si tratta di cloud provider, anche se la speculazione degli analisti va in quella direzione. Nel documento, infatti, Nvidia specifica che i clienti citati sono “direct customers”, cioè aziende che acquistano i chip per integrarli in sistemi o schede, poi rivenduti a data center, hyperscaler e imprese. In questa categoria rientrano original equipment manufacturer e system integrator come Dell, Foxconn o Quanta.

Gli “indirect customers”, invece, comprendono le grandi società di cloud, i colossi del web e le imprese che acquistano sistemi tramite questi intermediari. Nvidia ha anche precisato che due clienti indiretti hanno generato oltre il 10% del fatturato, acquistando però attraverso i misteriosi “cliente A e B” di cui sopra.

L’importanza dei grandi operatori cloud nel modello di business Nvidia è stata confermata dalla stessa azienda. La CFO Colette Kress ha dichiarato che circa il 50% dei ricavi del segmento data center deriva da cloud service provider, settore che da solo rappresenta l’88% dei ricavi complessivi.

Gli analisti guardano con attenzione ai piani di spesa degli hyperscaler per valutare le prospettive future. Secondo HSBC, senza maggiore chiarezza sugli investimenti attesi nel 2026, ci sono margini limitati per ulteriori revisioni al rialzo degli utili e del valore del titolo.

L’orizzonte dei “sovereign AI” e dei neocloud

La domanda, comunque, non si esaurisce nei giganti del cloud. Nvidia ha registrato un interesse crescente anche da parte di imprese tradizionali, neocloud e governi stranieri, che complessivamente genereranno 20 miliardi di dollari di ricavi nel 2025 per progetti di “sovereign AI”.

Il CEO Jensen Huang ha delineato un orizzonte ancora più ampio: entro la fine del decennio l’infrastruttura globale per l’AI potrebbe valere dai 3 ai 4 trilioni di dollari, con Nvidia in grado di incidere fino al 70% dei costi di un data center da 50 miliardi di dollari, grazie non solo alle GPU ma anche ai chip complementari.

“Il capex dei quattro principali hyperscaler è raddoppiato in due anni, sull’onda della rivoluzione AI”, ha ricordato Huang, sottolineando che la platea dei clienti si sta ampliando e diversificando, con nuovi attori decisi a competere sul mercato delle infrastrutture di nuova generazione.

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