Nvidia è protagonista delle prime pagine di tecnologia questa settimana, grazie agli annunci arrivati dalla conferenza "Vivatech" di Parigi, tra annunci di investimenti, strategie sull’intelligenza artificiale e dichiarazioni del Ceo, Jensen Huang, sul tema del quantum computing. La prima notizia riguarda la collaborazione avviata da Nvidia con il governo italiano, oltre che con Francia, Spagna e Regno Unito, su progetti che permetteranno di sviluppare servizi di intelligenza artificiale più “europei” e anche “nazionali”.
In Italia, in particolare, Nvidia lavorerà con Domyn (la ex iGenius), azienda nata nel 2016 e impegnata nel campo dei Large Language Model e dell’Agentic AI per ambiti regolamentati, come quello bancario, già impegnata nella realizzazione del supercomputer Colosseum.
Il progetto, supportato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, consentirà la realizzazione di infrastrutture di calcolo per l’AI collocate in Italia, basate su componenti e software di Nvidia: è già prevista una prima fornitura di circa 5.760 Gpu. A detta di Adolfo Urso, ministro per delle Imprese e del Made in Italy, la collaborazione con Nvidia e Domyn “conferma l’impegno del governo nel supportare alleanze di alto livello, per alimentare l’innovazione e la competitività del sistema produttivo nazionale”.
Altri soggetti europei con cui Nvidia ha annunciato di voler collaborare sono il cloud provider francese Ovhcloud, Mistral AI (il “campione” dell’intelligenza artificiale transalpino, nonché al momento il principale sviluppatore di Large Language Model europe), l’olandese Nebius (servizi cloud e piattaforme di sviluppo per l’AI) e la norvegese Nscale (operatore di data center), oltre a carrier di telecomunicazione come Orange, Swisscom, Telefónica e Telenor.
Complessivamente, con i diversi progetti nazionali previsti, Nvidia si è impegnata a portare in Europa una capacità di calcolo Gpu superiore a 3.000 exaflop. “In soli due anni, aumenteremo di dieci volte la capacità di calcolo AI in Europa”, ha detto Huang. “L’Europa si è accorta dell’importante delle fabbriche dell’AI e delle infrastrutture per l’AI”.
In Germania una AI factory per l’industria
A “Vivatech” Nvidia ha anche annunciato l’impegno a realizzare la sua prima “AI factory” rivolta all’industria manifatturiera ovvero una infrastruttura di calcolo in fruibile in cloud, ottimizzata per applicazioni di progettazione, ingegneria, robotica e digital twin, anche attraverso i software di aziende (partner di Nvidia) come Siemens, Ansys, Cadence, Rescale.
Ospitata in Germania (ma la località non è stata specificata), la futura AI factory sarà composta da diecimila Gpu, da supercluster Nvidia DGX B200 e sistemi RTX PRO Server. Tra i futuri clienti ci saranno probabilmente aziende che già oggi usano la tecnologia di Nvidia e in particolare la piattaforma Omniverse, come Bmw, Mercedes-Benz, Maserati e Schaeffler.
Il quantum è al punto di svolta
Solo poco tempo fa l’amministratore delegato di Nvidia aveva detto che per un “computer quantistico davvero utile” potrebbero servire vent'anni. Il Ceo di Nvidia prefigurava, quindi, tempi di sviluppo piuttosto lenti per una tecnologia che è in fase di studio da decenni ma ancora non ha trovato grandi sbocchi commerciali, anche considerando gli ostacoli di natura tecnica che impediscono implementazioni su larga scala.
Huang si è espresso ora in toni un po’ diversi. “Siamo a un punto di svolta nel quantum computing”, ha detto a Parigi. “Chiaramente ora ci troviamo a poca distanza dal poter applicare il calcolo quantistico classico ad aree che possono risolvere alcuni interessanti problemi nei prossimi anni”. Parole che hanno innescato un’ondata di entusiasmo sui mercati finanziari, portando al rialzo le azioni delle società del settore.
Nonostante le precedenti e più caute dichiarazioni caute sullo sviluppo del quantum, cioè sulle sue tempistiche, l’interesse di Nvidia era già palese. Come annunciato lo scorso marzo, a Boston sorgerà un nuovo centro di ricerca dedicato al calcolo quantistico. Il progetto coinvolgerà aziende del settore come Quantinuum, QuEra e Quantum Machines, oltre a ricercatori del Mit di Boston e dell’Università di Harvard.