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Con il progetto Stargate e i nuovi data center in costruzione nei prossimi anni, OpenAI punta a rafforzarsi nel ruolo di “campione” dell’intelligenza artificiale statunitense. La definizione è nostra, ma deriva direttamente dalle ultime rivelazioni su Stargate, la joint-venture formata da OpenAI, Oracle e il conglomerato giapponese Softbank, che finanzierà con 500 miliardi di dollari la costruzione di una ventina di data center negli Stati Uniti.
Dopo l’annuncio fatto da Donald Trump, si è poi meglio chiarito l’impegno economico delle aziende tecnologiche coinvolte. Secondo il sito The Information, OpenAI e Softbank contribuiranno al progetto con 19 miliardi di dollari ciascuna. In base a conversazioni tra Sam Altman e i colleghi, la fonte confidenziale sostiene che OpenAI deterrà il 40% della joint-venture, la quale in effetti funzionerà come un’estensione dell’azienda (anche se SoftBank possiederà il restante 40%).
Oracle, invece, contribuirà al progetto con le proprie competenze e tecnologie di infrastruttura, piattaforma e software in cloud. L’iniziativa ricade indirettamente su Microsoft, considerando i legami e gli accordi commerciali e tecnologici tra l’azienda di Satya Nadella e OpenAI. Certo, il nome di Oracle si è insinuato come un terzo incomodo, ma Microsoft intanto ha ribadito che “gli elementi chiave della nostra partnership restano confermati per la durata del nostro contratto fino al 2030, e proseguiranno il nostro accesso alla proprietà intellettuale di OpenAI, i nostri accordi di spartizione dei ricavi e l’esclusiva sulle Api di OpenAI”.
C’è però un altro attore in gioco, fondamentale dal punto di vista finanziario ma non incluso nella joint-venture (né nei proclami patriottici di Trump): MGX, una società d’investimento di Abu Dhabi, che coprirà larghissima parte della spesa per la costruzione dei data center. Il nome va scritto rigorosamente in stampatello maiuscolo, perché la sostanzialmente omonima Mgx (su cui molti hanno fatto confusione, lanciandosi ad acquistare azioni dell’azienda sbagliata) è invece una società di biotecnologie.
Come scrive il Washington Post, il progetto era in cantiere da tempo, da ben prima della vittoria elettorale di Trump. Nel frattempo Elon Musk, aperto supporter del nuovo presidente e notoriamente ostile a OpenAI (da lui cofondata, insieme ad Altman), ha criticato il progetto di Stargate sostenendo che manchino, in realtà, i soldi necessari a finanziario. “Non hanno i soldi”, ha scritto Musk su X. Sam Altman ha ribattutto per smentirlo: “Sbagliato, come certamente sai. Vuoi venire a visitare il primo sito, già in costruzione?”. Intanto OpenAI sta continuando a lanciare nuovi servizi: l’ultimo annuncio è Operator, un agente di intelligenza artificiale che può compiere azioni sul Web al posto degli utenti.