Il mercato dei chip per le memorie mostra segni di ripresa, nonostante il calo della domanda di Pc e secondariamente di server (fatta eccezione per quelli destinati all’intelligenza artificiale) che nell’ultimo anno si è ripercosso sulla supply chain, da valle a monte, causando in particolare un calo dei prezzi e dunque delle profittabilità. Che lo scenario sia ancora molto critico ma in leggera ripresa lo si evince dagli ultimi numeri di Samsung Electronics, una stima preliminare sul terzo trimestre dell’anno fiscale in corso: il calo c’è stato, ma inferiore alle attese e comunque giustificato da condizioni di mercato non favorevoli.
Samsung, primo produttore al mondo di memorie, ha visto calare a 2.400 miliardi di won, circa 1,79 miliardi di dollari, i profitti del trimestre luglio-settembre rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, quando aveva raccolto quasi 11mila miliardi di won. La traiettoria discendente è ripida, con un calo di ben il 78%, inferiore però all’80% previsto dalla stessa Samsung.
Inoltre è forse significativa la traiettoria trimestre su trimestre, che evidenzia la ripresa: i profitti di gennaio-marzo ammontavano a 640 miliardi di won (il punto più basso mai raggiunto dal 2009), quelli di aprile-giugno mostravano una debolissima risalita a 670 miliardi, mentre tra inizio luglio e fine settembre il dato di 2.400 miliardi è un chiaro miglioramento. I ricavi del trimestre ammontano invece a 67mila miliardi di won ovvero circa 50 miliardi di dollari.
Per il quarter finale dell’anno l’azienda stima ricavi compresi tra 66mila e 68mila miliardi di won, mentre per i profitti la forbice parte da 2.300 e arriva a 2.500 miliardi di won. Secondo gli analisti, ci sarà per Samsung un recupero di profittabilità dovuto al fatto che l’azienda si focalizzerà sui prodotti di fascia alta, come le memorie Dram (utilizzate, fra le altre cose, per le applicazioni di intelligenza artificiale), e di contro taglierà la produzione dei prodotti legacy meno all’avanguardia.