Uno smartphone completamente privo di tasti fisici, che funziona unicamente grazie allo schermo touch e a un corredo di sensori: è l’idea di Sentons, startup capeggiata da un presidente e Ceo che ha lavorato anche per Apple. Jess Lee è stato per dieci anni alla guida di InVisage Technologies, società californiana specializzata in sensori fotografici in nanomateriali, venduta nel 2017 proprio all’azienda di Cupertino. Per quest’ultima Lee è stato poi responsabile dei progetti speciali e di merge&acquisition, per meno di due anni. Da aprile guida Sentons, società nata nel 2011 con una sfida: creare nuove esperienze d’uso degli smartphone e di altri dispositivi elettronici.
L’obiettivo di Sentons è quello di “trasformare qualsiasi superficie statica in un’interfaccia interattiva, per un’esperienza utente più ricca e intuitiva”. A rendere oggi possibile tutto ciò, dopo anni di ricerca e sviluppo, è SurfaceWave, tecnologia brevettata: basata su onde ultrasoniche e su speciali processori, può determinare l’esatta posizione delle dita di una mano e riconoscere diversi gradi di pressione in modo altamente preciso.
Il sistema potrà consentire, fra le altre cose, la realizzazione di smartphone privi di tasti e totalmente “tattili”, non solo nello schermo ma nell’intera scocca. Un telefono su cui si interagisce con nuove gesture: per esempio, una pressione leggera del polpastrello sullo schermo per mettere a fuoco un’immagine con la fotocamera e una pressione più marcata per scattare, mentre facendo scorrere il dito lungo il fianco del dispositivo si può navigare all’interno di un album di immagini. E ancora, nel gaming, si potranno impostare dei “pulsanti virtuali” per controllare la visualizzazione e l’azione. Altre possibili destinazioni saranno gli smartwatch, i Pc, i sistemi informatici per le automobili, dal momento che questa tecnologia può essere applicata “a qualsiasi superficie, con qualsiasi curvatura”, assicura l’azienda.

L’idea di un telefono totalmente touch e interattivo non è nuova, ma finora si è scontrata con qualche barriera tecnica, per esempio l’incompatibilità fra i sensori capacitivi e le scocche metalliche della maggior parte degli smartphone. Gli ingegneri di Sentons hanno però scoperto che, associando al telefono un componente che emette onde a bassissima frequenza, è possibile impiegare un algoritmo software per rilevare la presenza di un dito appoggiato sulla superficie.
SurfaceWave è ora ufficialmente sul mercato, disponibile per i produttori di dispositivi che vogliano adottarla. Facilmente, assicura l’azienda, dal momento che tutti gli elementi essenziali sono stati racchiusi in processori Asic utilizzabili dagli Oem con “un veloce time-to-market, componenti esterni ridotti al minimo e processi di manifattura ottimizzati”. Sentons, secondo quanto segnalato da Reuters, al momento sta già collaborando con Asus e con altri due produttori di smartphone.