Facebook ha bisogno di spazio, anche in Europa. Dopo l'Irlanda e la Svezia, toccherà alla Danimarca ospitare il terzo datacenter dell'azienda di Mark Zuckerberg ospitato dal Vecchio Continente, un po' per sostenere la continua crescita di utenti, attività e dati del social network e un po' per adeguarsi alle più recenti normative comunitarie in tema di privacy e informazioni personali. Il Privacy Shield, oggi in vigore in sostituzione del precedente Safe Harbor, ha già spinto colossi come Microsoft a conquistare nuovi presidi in terra europea (nel caso della società di Redmond, in Germania), raggirando così i divieti di conservazione dei dati oltreoceano che valgono per alcune tipologie di azienda e di informazione.
E anche Apple nel 2015 ha annunciato investimenti miliardari (2 miliardi di dollari) e lavori in corso per l'apertura di due datacenter in territorio Ue: uno in Iralnda, nella contea di Cork, e l'altro nel nord della Danimarca, a Viborg. Entrambi dovrebbero entrare in funzione entro la fine di quest'anno.
La “scelta danese” di Facebook è invece Odense, terza comunità più popolosa del Paese e città natale di Hans Christian Andersen. Le spese di costruzione ammontano a 100 milioni di dollari, mentre per alimentare e raffreddare la futura struttura da 56.500 metri quadrati si punterà fortemente sulle energie rinnovabili, tanto da poterla definire come “uno fra i data center più avanzati ed efficienti al mondo”, ha assicurato Niall McEntegart, direttore delle data center operations di Facebook.

Un rendering del futuro data center
Secondo quanto promesso da Mark Zuckerberg dalla sua pagina personale, il nuovo centro “sarà alimentato al 100% da energie rinnovabili e favorirà sosterrà migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni”. Bisognerà aspettare il 2020 per vedere in azione il data center. Oltre alle temperature fresche e alla presenza di energie rinnovabili a basso costo, ha influito sulla scelta di Odense anche la disponibilità di infrastrutture in fibra ottica. Facebook conta attualmente su sette centri di elaborazione dati, collocati fra Stati Uniti ed Europa, e in futuro non sono escluse espansioni verso est. Rispondendo alla domanda di un utente, Zuckerberg ha risposto con toni vaghi: “Costruiremo ulteriori data center in futuro e certamente prederemo in considerazioni località dell'Asia”.