23/01/2016 di Redazione

Apple si rivolge al guru statunitense della realtà virtuale

Doug Bowman, professore del Virginia Tech e massima autorità nel settore, sarebbe stato assunto dalla Mela. Cupertino starebbe cercando di recuperare terreno in un mercato valutato in decine di miliardi di dollari, dove player come Facebook e Samsung sono

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Progetti concreti al momento non ce ne sono ancora, ma Apple sta mettendo insieme vari pezzetti di un puzzle che potrebbe presto comporsi e svelare colpi di scena nel mercato della realtà virtuale. L’ultima puntata l’ha raccontata il Financial Times. Secondo il quotidiano economico la Mela avrebbe assunto Doug Bowman, guru mondiale della realtà virtuale ed ex professore di informatica al Virginia Tech. Nell’ateneo statunitense Bowman ha anche diretto per cinque anni il centro dedicato all’interazione uomo-macchina. Apple avrebbe quindi strappato lo scienziato al suo anno sabbatico e l’avrebbe convinto a mettere a disposizione le sue competenze per la causa. Secondo il sito del Vtech, Bowman è “il principale studioso del 3D Interaction Group (dello stesso Virginia Tech, ndr), e si è concentrato su argomenti come il design dell’interfaccia utente a tre dimensioni e sui benefici dell’immersione negli ambienti virtuali”.

Apple spera in questo modo di recuperare terreno nei confronti di altri player, come Facebook e Samsung, nel promettente mercato della realtà virtuale? Probabile, considerando che già nei mesi scorsi Cupertino aveva fatto parlare di sé nel settore per il deposito di un brevetto relativo a un visore compatibile con gli iPhone. Un progetto forse più teorico che concreto, ma tant’è.

Inoltre, a novembre 2015 Apple ha acquisito Faceshift, startup svizzera che ha sviluppato sistemi per l’animazione facciale e per il motion capture in tempo reale. La tecnologia elvetica ha trovato posto anche nell’ultimo film di Guerre Stellari, “Il risveglio della forza”. E non è finita qui. Spostandosi sul terreno quasi “gemello” della realtà aumentate, la Mela lo scorso maggio ha siglato l’acquisizione di Metaio, azienda tedesca pioniera nella computer vision.

 

Doug Bowman, ex professore di informatica del Virginia Tech

 

La posta in gioco è davvero sostanziosa. Secondo Goldman Sachs la realtà virtuale e quella aumentata genereranno opportunità di profitto pari a 110 miliardi di dollari entro il 2025. Altre società valutano il giro d’affari complessivo, avvicinando l’orizzonte, in 21,8 miliardi già nel 2020. E la spesa si sposterà sempre più dall’hardware ai contenuti, fondamentali per fruire al meglio dei visori. Applicazioni e software nel 2017 rappresenteranno un terzo del giro d’affari, nel 2020 arriveranno a pesare invece per i due terzi.

 

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