26/10/2015 di Redazione

I sensori fotografici di Toshiba pronti a trasferirsi da Sony

Reuters riporta l’indiscrezione secondo cui la sotto-divisione che produce sensori fotografici sarà venduta per 20 miliardi di yen, cioè 150 milioni di euro. Un sacrificio necessario a risanare un’azienda colpita dallo scandalo che in estate aveva portato

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Nel “post-uragano”, Toshiba è pronta a vendere un pezzo del suo business pur di fare ordine e ricostruire. L’azienda giapponese sarebbe pronta a cedere le sue attività di produzione di sensori fotografici alla connazionale Sony, secondo quanto riporta Reuters citando una fonte anonima. Pur trattandosi di un’indiscrezione, l’ipotesi è riportata con i toni di una notizia ufficiale, senza il condizionale dubitativo di prassi. Secondo la fonte, Sony pagherà circa 20 miliardi di yen, il corrispettivo di circa 150 milioni di euro, per entrare in possesso della sotto-divisione che si occupa di sensori, interna alla divisione Lsi Semiconductor.

Ed è “probabile che l’acquisizione venga chiusa a breve”, ha detto la fonte anonima di Reuters. Nell’accordo è compresa anche la cessione dell’impianto produttivo di Oita, nel sud del Giappone. L’uragano a cui si accennava è lo scandalo sulla pluriennale (dal disastro nucleare di Fukushima in poi) falsificazione dei bilanci, cui in luglio erano seguite le dimissioni dell’amministratore delegato Hisao Tanaka e di 16 membri del board. Il nuovo Ceo, Masashi Muromachi, aveva poi annunciato una strategia di ristrutturazione per le attività a minor profitto.

Considerando l’estrema eterogeneità del business di Toshiba, inserita nei mercati dell’elettronica e dell’informatica ma anche in quello delle centrali nucleari, la cessione dei sensori fotografici non dovrebbe generare un colpo troppo duro ma anzi aiutare l’azienda – come si suol dire – a rifocalizzarsi.

Per Sony, invece, l’acquisto potrebbe contribuire non solo a migliorare la tecnologia destinata alle fotocamere, ma anche quella per gli smartphone. L’azienda, infatti, oltre a produrre sensori fotografici da inserire nei propri telefoni a marchio Sony (ottimi, ma non troppo fortunati commercialmente) li vende anche alla concorrenza, in particolare alla cinese Xiaomi e all’indiana Micromax Informatix.

 

 

I sensori fotografici, d’altra parte, toccano trasversalmente più mercati, dall’imaging alla videosorveglianza, passando per l’automotive. Con l sviluppo delle future vetture senza conducente, secondo quanto recentemente dichiarato dal vice presidente della divisione Image Sensor, System Lsi Group di Toshiba America Electronic Components, Andrew Burt, “prevediamo una crescita a tripla cifra per i sensori d’immagine Cmos per automobili entro il 2020”. Chissà, a questo punto, se sarà Sony a cogliere questa occasione.

 

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