20/11/2017 di Redazione

Il giornalismo verrà salvato dalle criptovalute?

Il 22 novembre scatta l’Ico di Presscoin, moneta digitale ideata da fondi di venture capital, editori e giornalisti per creare nuovi flussi di ricavi indipendenti dalla pubblicità. Verranno distribuiti 100 milioni di token al prezzo iniziale di un dollaro

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Una criptomoneta per salvare il giornalismo investigativo. È questo l’ambizioso obiettivo di Presscoin, una nuova valuta digitale ideata da diversi editori e freelance di tutto il mondo con il sostegno del fondo di investimenti californiano HigherOrderVc. Secondo i creatori, la criptomoneta consentirà al giornalismo indipendente di emergere, perché contribuirà a superare l’attuale modello di sostentamento delle redazioni, basato ancora in larga parte sulla pubblicità, scrivendo la parola fine al controllo dei grandi gruppi finanziari e industriali sui media. Inoltre, Presscoin favorirà la partecipazione civica dei lettori ai nuovi progetti e ai reportage. Per iniziare, gli sviluppatori hanno fissato un Ico di 28 giorni, vale a dire una “offerta iniziale di moneta” per il 22 novembre. Il valore di un Presscoin è stato equiparato a quello un dollaro. Per partecipare e acquistare la valuta è sufficiente collegarsi a questo indirizzo, con la possibilità di approfittare ancora della campagna di pre-sale e del 35 per cento di sconto.

In tutto, verranno emessi 100 milioni di token (chiamati News): il 7 per cento verrà venduto tramite Presscoin, il 90 per cento finirà sul libero mercato e il 3 per cento rimanente confluirà in un bonus speciale dedicato ai progetti di bug bounty. Il capitalo raccolto verrà reinvestito per i quattro decimi in infrastruttura e tecnologia, il 25 per cento nel programma di accelerazione, il 20 per cento nella componente marketing e le frattaglie rimaste verranno divise tra legale, sicurezze e amministrazione.

La piattaforma su cui è basata la criptomoneta origina dalla blockchain di Ethereum e dai sui contratti intelligenti e i token verranno distribuiti sui wallet dei singoli giornalisti e dei lettori, a seconda del livello di coinvolgimento (engagement) che essi sapranno creare. “Fondamentalmente, l’economia alimentata da Presscoin è una serie di piattaforme connesse”, si legge nel white paper redatto dalla community. “Piattaforme aperte a cui chiunque può collegarsi una volta aderito ai protocolli condivisi”.

I lettori riceveranno infatti i token dopo aver messo a disposizione della blockchain insight e commenti utili a migliorare il livello delle notizie. Sono previsti diversi livelli di ricompensa, tutti esclusivamente basati sulla reputazione calcolata (e conservata in modo immutabile) dai registri distribuiti. Le piattaforme, vale a dire i portali che pubblicheranno le news, sono al momento cinque: Insurge Intelligence (quella principale), Nextelection, Zolori, Mojonomy e ChickenSoup.News.

 

 

Ogni piattaforma dispone in flusso di ricavi indipendente, che però contribuisce al valore totale del sistema. E ovviamente della valuta ad esso associata che, a differenza di altre criptomonete, rappresenta un’azione dell’azienda Presscoin, registrata nel Regno Unito. In questo modo, secondo i creatori del progetto, è possibile aprire la strada a dei media che siano “realmente di proprietà delle persone”.

I ricavi verranno poi suddivisi fra tutti i partecipanti, a prescindere che si tratti di investitori, scrittori, commentatori e semplici lettori, a seconda dei loro contributi. In futuro, l’obiettivo è quello di aumentare il fatturato con altre iniziative di venture capital, dando la possibilità a nuove realtà di unirsi all’ecosistema e di sostenere così in un modo radicalmente differente il lavoro dei giornalisti.

 

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