14/09/2016 di Redazione

Il Note 7 costa a Samsung 26 miliardi di dollari e qualche pizza

I danni di immagine causati dai difetti del Note 7 e le spese della campagna di richiamo hanno causato un crollo del titolo in Borsa, corrispondete a 26 miliardi di dollari di capitalizzazione persi. In Corea del Sud, intanto, i commessi dei negozi di tel

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Mentre già filtrano indiscrezioni sul futuro Galaxy S8, Samsung incassa il colpo del pasticciato esordio del Note 7: i difetti del phablet, dopo decine di segnalazioni di problemi di surriscaldamento e addirittura di autocombustione (con probabilità di esplodere in 24 casi su un milione, e con un bimbo rimasto ferito a New York), stanno costando molto cari all’azienda. In seguito l’annuncio della campagna di richiamo dei nuovi Note, Samsung ha “bruciato” l’impressionante cifra di 26 miliardi di dollari vedendo il proprio titolo crollare alla Korean Exchange di quasi il 7%, fino al suo valore più basso degli ultimi mesi.

Da ieri le azioni hanno cominciato leggermente a risalire, forse anche per merito dell’atteggiamento risoluto e responsabile della società di fronte ai problemi segnalati. Per chi non abbia ancora riconsegnato il proprio Note 7 potenzialmente difettato, Samsung prevederebbe (secondo The Next Web) di utilizzare il “kill switch”, ovvero una procedura di disattivazione da remoto del dispositivo, affiancata alla spedizione di un nuovo phablet direttamente a casa del cliente.

Questa non sarà l’unica strada percorsa. Come riportano alcuni media sudcoreani, con tanto di comunicazione ufficiale di Samsung attraverso spazi pubblicitari, la prossima settimana verrà rilasciato un aggiornamento software che avrà l’effetto di limitare al 60% il livello massimo di carica della batteria. “Si tratta di una misura che vuol privilegiare la sicurezza dei clienti, ma ci scusiamo per aver causato questo incoveniente”, recita la pagina pubblicitaria. Al momento non è dato sapere se l’aggiornamento software sarà reso disponibile anche in altre geografie.

 

Intanto, fa quasi sorridere la notizia della pizza gratis, regalata ai commessi dei negozi di telefonia di alcuni carrier sudcoreani. Un modo per scusarsi delle ore di straordinario loro imposte per fare recall e gestire le lamentele di clienti insoddisfatti. Certo a Samsung non basterà qualche pizza, ma ci vorranno tempo e grandi sforzi di marketing per recuperare sia il crollo del titolo sia il danno d’immagine. Davvero un peccato, per un’azienda che oggi è ancora il primo produttore di smartphone al mondo e che, dopo un 2015 sfortunato, quest’anno aveva riportato in alto l’asticella delle vendite e quella dei profitti grazie agli ottimi Galaxy S7 ed S7 Edge.

 

 

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