22/07/2016 di Redazione

Secondo atto della “sfida” legale tra Samsung e Huawei

L’azienda sudcoreana ha depositato una richiesta di risarcimento a Pechino, accusando il competitor cinese di aver utilizzato impropriamente sei brevetti registrati. Sotto accusa gli smartphone Mate 8 e i dispositivi della famiglia Honor.

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Incassato il colpo, Samsung ha deciso di rispondere a distanza di qualche mese. L’azienda sudcoreana ha depositato presso l’Intellectual Property Court di Pechino una causa contro Huawei, accusando il produttore cinese di aver violato sei brevetti registrati. Come risarcimento Samsung ha chiesto 161 milioni di yuan, circa 24,1 milioni di dollari. Secondo le accuse, i brevetti in questione avrebbero trovato posto in dispositivi come gli smartphone Mate 8 e i terminali della serie Honor. La “battaglia” legale è stata però avviata da Huawei già a maggio, quando il vendor ha deciso di citare in giudizio Samsung sia in Cina sia negli Stati Uniti, con l’accusa di aver violato alcuni brevetti relativi a tecnologie per le reti cellulari e al software. Allora Huawei non aveva chiesto risarcimenti, ma si era limitata a proporre un nuovo accordo di “cross-licensing” sui diritti.

Samsung invece, non contenta di esigere un indennizzo, sta ora cercando di far bloccare le vendite dei dispositivi coinvolti in Cina. Il chaebol sudcoreano ha dichiarato che, malgrado gli sforzi “per risolvere la questione in maniera amichevole, è stato purtroppo necessario adire le vie legali per difendere la nostra proprietà intellettuale”. Huawei al momento non ha ricevuto reclami ufficiali, ha confermato un portavoce al Wall Street Journal.

La “battaglia” tra il primo e il terzo produttore di cellulari a livello mondiale è alquanto inedita: Samsung, prima del maggio scorso, non aveva mai ricevuto accuse di questo genere da un brand cinese. Ma, secondo gli osservatori, la crescente forza di Huawei potrebbe rappresentare un chiaro segnale di fiducia nelle possibilità “autarchiche” dei vendor del Paese del Dragone, che stanno cercando di ridurre la dipendenza tecnologica dall’estero. Provando a stabilire una supremazia anche a colpi di carte bollate.

Secondo dati di Gartner, le quote di mercato del colosso di Shenzhen nei primi tre mesi del 2016 sono passate dal 5,4 all’8,3 per cento. Quelle di Samsung, invece, sono scese dal 24,1 al 23,2. La sfida si gioca tutta sul terreno di Android, principale sistema operativo mobile al mondo. La posta in palio è ghiotta: a fine 2015 la piattaforma del robottino verde poteva contare su ben 1,4 miliardi di utenti.

 

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