15/03/2011 di Redazione

Tutti vogliamo pagare con il cellulare, e risparmiare

Un'indagine di Accenture mostra che le persone più esperte tecnologicamente sono già pronte e desiderose di accedere a sistemi di pagamento e marketing legate al telefono cellulare. Produttori, banche e telco sono avvisate.

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L'idea di pagare il caffè con il cellulare piace a quasi la metà degli utenti; e non solo il caffè, naturalmente. Esattamente al 45%, anche se molti (73%) sono preoccupati dal tema della privacy. Queste le informazioni ricavate da Accenture tramite una ricerca condotta in 11 paesi del mondo.

La prima cosa da mettere in chiaro è che la base dell'indagine non è composta da utenti "qualsiasi", ma quelli che Accenture definisce "tech forward", cioè quelle persone che – per passione di solito – cominciano a usare una nuova tecnologia appena è disponibile, sono molto competenti e usano diversi dispositivi (almeno quattro in questo caso). Persone che in un certo senso rappresentano il futuro prossimo dei nostri consumi.

Interrogati sull'uso del cellulare come strumento per i pagamenti, asiatici e brasiliani sembrano quelli più entusiasti, mentre in USA e in Europa i consumatori sono più cauti. Il 38% degli italiani "non vede l'ora"; molti, rispetto al 26% della media europea. Un fattore che avevamo già intravisto qualche settimana fa, grazie a un'indagine sullo stesso argomento del Politecnico di Milano.

Ciò che fa gola è l'idea di muoversi senza contanti, senza carta di credito, senza codici da ricordare, se non il PIN dello smartphone che si usa ogni giorno. Preoccupa invece la gestione della privacy, e il rischio di frodi e furti d'identità.

Ciò non toglie che per il marketing il cellulare potrebbe essere un nuovo eldorado, visto che a quanto pare gli utenti sono ben disposti a ricevere promozioni e buoni sconto, soprattutto se abbinati al geotargeting. In altre parole si riceve volentieri pubblicità dal negozio accanto. Interesse anche per la pubblicità in cambio di sconti sul piano telefonico: il 69% degli intervistati sarebbe d'accordo. Tutto starà nel gestire i dati nel migliore dei modi (IBM Smarter Commerce, marketing sotto assedio).

Tra le prime applicazioni dei pagamenti mobile, i trasporti pubblici.

Non è questione di "se", ma piuttosto di "quando". La direzione che abbiamo preso – e che sembra senza ritorno – mette lo smartphone al centro delle nostre vite, in modo sempre più incisivo. Lo useremo per pagare il caffè al bar così come per la caparra della casa al mare; ci terremo tutta la nostra agenda, che sarà interattiva; ci servirà per accedere al PC di casa o del lavoro, ma anche per identificarci, in banca (ma chi ci andrà più, fisicamente?) o in aeroporto; lo useremo per aprire, avviare e controllare il sistema di bordo dell'auto, e chissà cos'altro ancora.

L'indagine di Accenture dice dopotutto quello che già si poteva immaginare. I cittadini più orientati alla tecnologia hanno molta "voglia di futuro", e anche di risparmiare, con le promozioni; ma sono anche consapevoli dei rischi e delle implicazioni etiche, almeno in parte. Il mercato li seguirà: infatti in alcuni paesi i pagamenti NFC sono già realtà, ed è ragionevole supporre che nel giro di qualche anno saranno diffusi in tutto il mondo, o quasi.  

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