25/08/2016 di Redazione

Twitter “affoga” i cinguettii diretti nelle pagine delle aziende

Il social network ha presentato un nuovo bottone “embeddabile” che permette ai clienti di inviare messaggi alle imprese senza cambiare finestra. Le società possono decidere se ricevere le comunicazioni da tutti oppure se limitarle modificando i parametri

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Nuovo cambiamento pratico per Twitter. Il sito di microblogging ha introdotto un nuovo pulsante che si può “embeddare” nei siti per consentire ai visitatori di inviare direttamente un messaggio privato al gestore o a un account aziendale. L’obiettivo del social network è facilitare ulteriormente le interazioni tra clienti e aziende: i primi potranno così raggiungere più facilmente le seconde, senza aprire per forza i profili Twitter e rendendo il processo più fluido. Il nuovo tasto si aggiunge alla folta schiera di bottoni messi a disposizione dal social network azzurro: ad oggi sono presenti, per esempio, funzionalità embedding come il tweet diretto di un link da una pagina, il following, la menzione o il pulsante con un hashtag già preconfezionato.

Per sfruttare la novità proposta da Twitter è sufficiente seguire questo link, scegliere l’opzione desiderata e aggiungere il nome utente e l’Id numerico del proprio profilo (recuperabile dalle impostazioni dell’account). È necessario poi copiare il codice Html generato in automatico dalla pagina e incollarlo nel proprio sito. Il social network consente anche di scegliere se ricevere i messaggi diretti da chiunque oppure no: l’impostazione è modificabile nel menu sicurezza e privacy.

Twitter prova così a rispondere a quanto fatto a inizio agosto dal rivale Facebook, che ormai da tempo sta puntando molto sulla sezione Pagine e sull’app Messenger per sperimentare nuove modalità di interazione ed engagement tra clienti e aziende. Una ventina di giorni fa hanno infatti debuttato due nuove sezioni per le Pagine: una dedicata agli acquisti (Shop) e una ai servizi (Services). Al momento del lancio le novità erano disponibili solo in alcuni Paesi asiatici e dell’America Latina, ovvero Tailandia, Brasile, Vietnam, Indonesia, Malesia, Messico, Filippine, India, Argentina e Taiwan.

Su Messenger, invece, Facebook propone da qualche mese dei chatbot che le imprese possono attivare per conversare in automatico con i clienti che desiderano maggiori informazioni o che devono lamentarsi di qualche disservizio. Uno dei primi a fare la sua comparsa sulle scene è stato quello realizzato con la compagnia aerea olandese Klm, mentre ad aprile, nel corso della conferenza per sviluppatori F8, il social network di Menlo Park ha presentato la piattaforma di conversatori automatici “bots on Messenger” basata sulle nuove Api Send/Receive.

 

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