15/03/2022 di Redazione

Aziende sanitarie a passo lento verso il modello multicloud

Uno studio di Nutanix svela che sicurezza, controllo delle applicazioni e prestazioni sono i stanno spingendo le aziende del settore verso il cloud. Complessità e integrazione dei dati le sfide da vincere.

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La migrazione in cloud è un fenomeno che riguarda anche le aziende del settore sanitario, sebbene si stia verificando più lentamente che altrove. Lo studio annuale di Nutanix, realizzato da Vanson Bourne (1.700 decisori IT di aziende delle regioni Emea, Americhe, Asia Pacifico, intervistati tra agosto e settembre 2021), ha evidenziato le motivazioni ma anche gli ostacoli sul cammino di Asl, ospedali, istituti e aziende private della Sanità: attualmente, solo il 27% delle 250 realtà incluse nel campione ha adottato il cloud in misura significativa, ma la percentuale salirà a 51% nel corso dei prossimi tre anni.

In generale, sull’intero campione di indagine, la percentuale di aziende che ha spostato applicazioni in nuovi ambienti IT nei dodici mesi precedenti all’intervista è del 91% e il 64% si aspetta di operare in multicloud nel giro di tre anni. Tra i responsabili IT che operano in ambito sanitario tutti hanno spostato applicazioni in nuovi ambienti IT, ma l’adozione del multicloud sarà leggermente meno rapida: questo è motivato principalmente dall’abbondanza, nel settore, di regolamentazione in materia di uso e protezione dei dati.

Attualmente per il 30% degli intervistati del settore sanitario il cloud privato è il modello di deployment più comune e anche questo fatto deriva almeno in parte dalle regole in vigore. Si profila comunque un futuro multicloud anche per le aziende sanitarie e in particolare un modello multicloud ibrido, che garantisca una piena interoperabilità tra le soluzioni di cloud pubblico e privato e l’integrazione tra i rispettivi dati, è per il 90% degli intervistati la migliore soluzione.

Si punta, in particolare, a risolvere il problema dell’attuale complessità di gestione delle infrastrutture composte da diversi cloud: ben il 92% degli intervistati del settore sanitario pensa che sia necessaria una semplificazione.  Questo modello è anche funzionale alla continuità e alla famosa resilienza, perché si può sfruttare il cloud pubblico come  infrastruttura IT supplementare per il backup e il disaster recovery. Non a caso, la sicurezza viene citata come il motivo più frequente per la migrazione in cloud (dal 48% dei responsabili IT del settore sanitario, versus 41% della media generale), cui seguono il migliore controllo dell'applicazione (38%) e l’incremento di prestazioni (36%).

"Il multicloud è ormai una realtà”, ha dichiarato Joseph Wolfgram, healthcare Cto di Nutanix, “ma la complessità e le sfide permangono, poiché le normative guidano molte delle decisioni di implementazione IT delle aziende che operano nel settore sanitario", ha dichiarato . "Indipendentemente dal punto in cui si trovano le aziende nel loro viaggio verso il multicloud, l'evoluzione verso un'infrastruttura IT multicloud ibrida che abbraccia un mix di cloud privati e pubblici interoperabili è in corso e necessaria affinché il settore possa operare con successo".

 

 

 

 

Sebbene sia il modello preferibile, nemmeno il multicloud dunque è privo di criticità. Le principali sfide da affrontare riguardano l'integrazione dei dati tra i differenti cloud in uso (citata dal 49% degli intervistati del settore), la gestione dei costi (48%) e le prestazioni con reti overlay (45%). Inoltre l'80% degli intervistati ha detto che spostare un carico di lavoro in un nuovo ambiente cloud può essere costoso e richiedere molto tempo.

Lo scenario post pandemia, per la Sanità, è anche caratterizzato da un incremento degli investimenti in alcune aree considerate importanti, oggi più che in passato: la cybersicurezza (il 62% ha incrementato la spesa), le tecnologie self-service basate su intelligenza artificiale (60%) e  l'aggiornamento dell'infrastruttura IT esistente (48%). Tra le priorità tecnologiche per l’immediato futuro (12-18 mesi), gli intervistati hanno citato l'adozione del 5G (47%) e dei servizi basati su Intelligenza Artificiale e machine learning (46%), il miglioramento di business continuity e disaster recovery (45%) e la gestione multicloud (44%). 

 

 

 

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