19/02/2015 di Redazione

Azure è la prima nuvola che riconosce da sola i Big Data

La piattaforma cloud di Microsoft integrerà da aprile un servizio di apprendimento automatico, per analizzare le quantità massive di informazioni ed elaborare trend e comportamenti futuri. Supporterà i linguaggi R e Phyton e sarà disponibile in due versio

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La nuvola di Microsoft Azure è diventata “grande” e ha iniziato a riconoscere da sola le informazioni più importanti. Da Redmond hanno infatti annunciato l’integrazione di un servizio di apprendimento automatico alla piattaforma cloud della società. La nuova funzionalità, ribattezzata Azure Machine Learning, ha visto così definitivamente la luce dopo la presentazione in anteprima, avvenuto a giugno 2014. L’apprendimento automatico è essenziale per analizzare i Big Data e, tramite inferenze, prevedere tendenze o comportamenti futuri. Moltissimi servizi si basano già su questa serie di algoritmi, come i suggerimenti online, i filtri per la posta indesiderata, gli assistenti virtuali e altri ancora.

Il sistema di machine learning introdotto da Microsoft è in assoluto il primo a fare la sua apparizione nella categoria delle piattaforme cloud offerte dai principali nomi del mercato. Con il servizio, i programmatori possono utilizzare sia le potenzialità del linguaggio R sia quelle di Python; i nuovi algoritmi sono acquistabili sul Microsoft Azure Marketplace o, in alternativa, ottenuti gratuitamente tramite una community creata da Redmond per la condivisione di procedure tra utenti.

 

 

L’implementazione dell’apprendimento automatico sarà accessibile negli Stati Uniti dal primo aprile e costerà 9,99 dollari al mese per postazione, un dollaro per ogni ora di utilizzo nella modalità sviluppatore, due dollari per ogni ora di elaborazione o 50 centesimi ogni mille transazioni. Nella modalità gratuita invece, classificata come Ml Studio Service, si potrà eseguire un test della durata massima di un’ora su un singolo nodo e su uno spazio di archiviazione di 10 GB.

Ma le novità su Azure non sono finite, perché Microsoft ha svelato anche un’altra serie di servizi. Si potrà, per esempio, far operare Hadoop sulla versione Ubuntu di Linux e sfruttare le potenzialità offerte da Storm, un programma open source nato per analizzare flussi di dati. Azure, infatti, permette agli sviluppatori di collegare a Storm librerie di tipo .Net e Java.

 

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