12/05/2023 di Redazione

Bard entra di peso nel portafoglio prodotti di Google

La tecnologia di intelligenza artificiale generativa sviluppata dal vendor, che fa leva sul modello di linguaggio avanzato Palm2, viene integrata in diversi prodotti-faro, dal motore di ricerca alla geolocalizzazione.

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L’offensiva contro ChatGpt è cominciata per Google. Gli sviluppi della propria tecnologia di intelligenza artificiale generativa, Bard, sono a breve destinati a pervadere molti dei prodotti principali del vendor. Un’anteprima si è potuta vedere alla conferenza I/O, appena tenutosi negli Usa.

Innanzitutto, Bard potrà far leva su Palm2, nuova generazione del modello di linguaggio avanzato di Google, addestrato su oltre un centinaio di lingue, dotato di capacità avanzate di generazione, correzione e ottimizzazione del codice (su oltre venti linguaggi di programmazione) e con basi di conoscenza avanzate in matematica e medicina, tanto da generare declinazioni specifiche, ovvero Med-Palm2 e Sec-Palm2. La prima si indirizza al mondo della sanità e ha già ottenuto una qualifica “expert” nell’effettuato da alcune equipe mediche negli Usa, mentre ora un ristretto gruppo di clienti cloud potrà testarlo per definire casi d’uso sicuri e utili. La seconda, invece, si rivolge agli specialisti di cybersecurity e utilizza l’Ai per analizzare e spiegare il comportamento degli script potenzialmente malevoli e rilevare quelli che costituiscono una reale minaccia per persone e organizzazioni in tempi estremamente rapidi.

Si tratta, di fatto, dell’alternativa dichiarata a Gpt-4, pronto a sfidare il rivale sul terreno che fin qui ha più impressionato il mondo scientifico. Sundar Pichai, direttore generale di Google e Ceo di Alphabet, ha indicato come Palm2 sia già all’opera in oltre 25 prodotti di Google e sia destinato a crescere in potenza nei prossimi mesi. Saranno disponibili quattro declinazioni, denominate Gecko, Otter, Bison e Unicorn, ma per ora ci sono informazioni solo sulla prima, una versione light per terminali mobili.

Sundar Pichai, direttore generale di Google e Ceo di Alphabet

L’effetto più rilevante di Bard si inizierà presto a vedere nell’integrazione in tutto l’ecosistema di prodotti di Google, nell’ottica di un’interconnessione sempre più spinta e con possibilità di sviluppi ancora in buona misura da scoprire.

In coppia con la ricerca visuale di Lens, per esempio, Bard può analizzare e comprendere immagini, a propria volta utilizzabili all’interno di un prompt. Ma anche il modo di fare le ricerche subirà notevoli evoluzioni, potendo gestire richieste in linguaggio naturale con maggior precisione e offrendo una sorta di interpretazione dei contenuti esposti in base a domande precise poste dagli utenti (per esempio, mettere in tabella un elenco di informazioni con Sheets, passare da un’immagine a contenuti associati e così via).

Un certo effetto desta l’integrazione con Maps, per visualizzare cartine, tragitti e punti di interesse aa seconda delle necessità dell’utente. I contenuti generati possono essere trasferiti ad altre applicazioni, come Sheets, Docs o Slides, in modo automatico con un solo click. Non solo viaggi, ma anche percorsi d’acquisto diventano meglio descritti e arricchiti con la tecnologia generativa, raggruppando molte informazioni (comprese raccomandazioni e recensioni degli utenti) in modo più semplice da leggere ed elaborare. Ma Bard potrà incorporarsi anche con applicazioni terze, come Spotify o Adobe, con plug-in studiati sulla scia di quelli presenti in ChatGpt.

Per noi, il limite principale, al momento, è rappresentato da una disponibilità di linque racchiuso nell’inglese, il giapponese e il coreano. In compenso, l’accesso è fin d’ora disponibile in 180 paesi nel mondo.

 

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