02/08/2010 di Redazione

BlackBerry, Huawei e ZTE sospetti spioni

Improvvise fiammate estive contro Blackberry in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (EAU) e contro Huawei e ZTE in India. In entrambi i casi è la sicurezza nazionale l'argomento forte portato dai governanti. E l'industria è pressoché impotente

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Improvvise fiammate estive contro Blackberry in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (EAU) e contro Huawei  e ZTE in India. Le sabbie roventi dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi rischiano di cuocere il mezzo milione di BlackBerry in circolazione da quelle parti.

Il problema sollevato dai rappresentanti del reame saudita e in particolare dall'operatore Saudi Telecom, la compagnia di stato delle telecomunicazioni, è contro l'instant messenger di BlackBerry.

BlackBerry Storm: messaggistica ed email al bando in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti

In EAU, invece, sono messi sotto accusa tutti gli strumenti di comunicazione scritta: email e messaggistica. Che cosa non va che finora andava bene? Che messaggi ed email, crittografati, finiscono sui server della canadese Research in Motion (RIM) e non restano nei confini nazionali. E quindi non possono essere controllati anzi si sospetta che quei mezzi di comunicazione siano utilizzati da terroristi (o oppositori dei governi).

Si ricorderà che neanche un mese fa la polemica della sicurezza aveva infiammato l'India contro RIM aveva alla fine ceduto e concesso alle autorità costituite gli algoritmi che consentono di decrittare le conversazioni e i messaggi di persone sospette.

In EAU e Arabia Saudita fanno notare che l'obiezione che fanno a RIM è quanto anche in Occidente si chiede: la possibilità di controllare le comunicazioni dei sospetti. Qualche migliaio di miglia più a Oriente, è l'India che ha messo al bando gli apparati di telecomunicazione delle cinesi Huawei e ZTE ma vuol mettere becco anche negli apparati di tutti i costruttori.

Una chiavetta HSPA della cinese Huawei

In India sono state da poco concluse le gare per la telefonia cellulare di Terza Generazione. En passant due cifre: in India vi sono 640 milioni di telefonini in circolazione con 20 milioni di nuovi abbonati ogni mese. Si sta passando alla fase operativa che, per esempio, ha visto vincere un contratto da 1,3 miliardi di dollari da parte di Ericsson bandito dall'operatore locale Bharti Airtel.

Insomma c'è un gran fermento di nuove installazioni. Qui s'inserisce un provvedimento da parte del Dipartimento delle Telecomunicazioni che chiede di poter inviare propri tecnici che controllino il software degli apparati dei costruttori per vedere se c'è quanche trappola che permette di fare spionaggio industriale in favore di terzi.

Gli indiani sospettano i produttori cinesi di voler fare spionaggio industriale con le loro centraline telefoniche

L'accusa ai produttori cinesi è diretta: il sospetto è che nei software delle centraline di Huawei e ZTE ci siano componenti che possono inviare dati e informazioni riservate di aziende e laboratori di ricerca indiani in Cina. La richiesta, non potendo essere rivolta solo contro i cinesi, chiede che tutti gli apparati di telecomunicazioni possano essere controllati dai tecnici indiani.

La risposta dell'industria è semplice: niente da fare. Sia perché il software è quanto di più segreto un'azienda possegga, sia perché dando accesso a terzi si rischia di aprire falle disastrose e possibile malware.

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