10/11/2021 di Redazione

Chip crunch, Sony e Tsmc investono 7 miliardi di dollari

La neonata joint-venture permetterà di costruire un nuovo impianto per la produzione di chip, affrontando il problema della penuria di componenti nel lungo periodo.

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Per contrastare l’ormai famigerata crisi dei semiconduttori, o chip crunch, è nata una nuova joint-venture costituita da Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc) e da Sony: un accordo finalizzato a investire 7 miliardi di dollari per avviare in Giappone, prefettura di Kumamoto, un nuovo impianto produttivo. Il quale però non entrerà in funzione prima del 2024, non contribuendo dunque a colmare l’attuale penuria di componenti semiconduttori, estesa un po’ a tutta l’industria informatica e all’elettronica di consumo ma ancor di più al settore automobilistico. 

 

Quella di Tsmc e Sony, dunque, è soprattutto una mossa strategica per il lungo periodo, e lascia intendere che lo squilibrio fra domanda e offerta potrà avere strascichi perduranti ben oltre il 2022 (anno che, inizialmente, gli operatori del mercato credevano avrebbe segnato un ritorno alla normalità). Il futuro impianto di produzione non si focalizzerà sui componenti più innovativi ma piuttosto sui chip che soddisfano il mercato di massa, fabbricati con processo a 22 e 28 nanometri. 

 

"Poiché ci si aspetta che la penuria di semiconduttori continui nel tempo, crediamo che la partnership con Tsmc possa contrivuire ad assicurare una fornitura costante di wafer, non soltanto destinati a noi ma a tutto il mercato”, ha commentato Terushi Shimizu, Ceo e presidente di Sony Semiconductor Solutions. La giapponese investirà nella joint-venture 500 milioni di dollari, mentre il restante contributo proverrà da Tsmc. 

 

Quest’ultima si è anche impegnata in un ulteriore, distinto investimento da 9 miliardi di dollari, destinati alla costruzione di nuove fabbriche e al potenziamento delle linee di produzione. Ma non è tutto: la strategia annunciata per i prossimi tre anni prevede un investimento complessivo di ben 100 miliardi di dollari. I numeri surclassano persino quelli di un colosso come Intel, che a inizio settembre ha promesso di voler spendere circa 80 miliardi di dollari nel corso di un decennio per realizzare in Europa nuovi impianti produttivi di chip (soprattutto destinati al mercato automobilistico).

 

 

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