14/03/2011 di Redazione

Cloud, aziende ancora al palo. SLA da rivedere

Si perdono ogni anno milioni di dollari a causa della scarsa gestione delle applicazioni basate sul computing a nuvola: lo dice una ricerca commissionata da Compuware che ha interessato poco meno di 680 aziende fra Nord America ed Europa.

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La maggior parte delle imprese europee e americane sono consapevoli dell’impatto negativo che una scarsa gestione delle performance delle applicazioni cloud-based. può avere sul fatturato. E le “perdite” imputabili al fenomeno sono tutt’altro che trascurabili: in Nord America si parla in media di un milione di dollari l’anno, nel Vecchio Continente il buco si assesta sui 750mila dollari.

Molte aziende non sanno ancora come mettere a frutto i vantaggi delle applicazioni cloud-based



A lanciare l’allarme è una ricerca commissionata da Compuware a Vanson Bourne, che ha coinvolto circa 680 aziende tra Nord America e Europa e analizzato l’impatto delle soluzioni cloud sulla strategia aziendale. Due le indicazioni sostanziali evidenziate dallo studio. La prima riguarda la frenata compiuta dalle singole organizzazioni nell’adozione delle applicazioni a nuvola - il 58% delle aziende in Nord America e il 57 % di quelle europee - per via delle criticità legate alle prestazioni di queste ultime. La seconda mette in luce come le aziende siano dell’idea – il 94% di quelle nordamericane e l’84% di quelle europee - che i Service Level Agreements (SLA) debbano essere basati sull’end-user experience e non solo sulle metriche di disponibilità dei service provider.

Assai esplicito, a commento dei dati di cui sopra, il commento di Richard Stone, Cloud Computing Solutions Manager di Compuware: “i risultati di questa ricerca evidenziano una crescente consapevolezza del fatto che i dipartimenti IT non siano in grado di garantire buone performance delle applicazioni cloud-based e che oggi vengano richiesti SLA più restrittivi per via delle criticità legate alla connessione a internet, all’esperienza dell’utente finale o ad altri fattori”,



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