23/06/2015 di Redazione

Cloud, ecco la risposta di IBM per il mercato italiano

L’azienda ha inaugurato nel milanese un nuovo data center pensato per la nuvola. L’investimento di cinquanta milioni di euro ha permesso di realizzare un centro di 2.200 metri quadri con una capienza pari a 11mila server. Una soluzione pensata per offrire

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Il tasso di crescita della nuvola italiana non trova eguali negli altri comparti It. Secondo Assinform, nel 2014 il mercato cloud del nostro Paese è salito del 37,4%, primeggiando quindi nettamente sugli altri settori a “segno più”: l’ormai onnipresente Internet delle cose si è fermato al 13,3%, le piattaforme di gestione Web sono invece cresciute del 13,8%. È un segno evidente di buona salute: la nuvola sta trainando il mercato digitale italiano che, ancora secondo le stime di Assinform, nel 2015 tornerà finalmente a salire di 1,1 punti percentuali. Le aziende sono sempre più “voraci” di cloud e serve qualcuno che possa predisporre le soluzioni tecnologiche adatte per soddisfare la domanda interna. Ibm è un esempio di risposta internazionale al fabbisogno del mercato italiano. Il colosso a stelle e strisce ha infatti recentemente inaugurato in Italia un nuovo data center pensato esclusivamente per la nuvola.

Localizzato nei comuni lombardi di Cornaredo e di Settimo Milanese, è un data center ai massimi livelli di affidabilità (Tier 4), distribuito su 2.200 metri quadri e basato su infrastruttura SoftLayer, azienda cloud acquisita da Ibm nel 2013, con una capienza di 11mila server scalabile fino a oltre 15mila. La struttura, realizzata con un investimento di cinquanta milioni di euro, è parte integrante del Campus milanese di IBM, costituito da cinque data center, interconnesso al centro di Roma per il disaster recovery e parte di un network globale di oltre quaranta centri gemelli, collegati ad una velocità da 10 a 40 Gbps.

Una soluzione ideale per le imprese di ogni dimensione e settore, oltre che per la Pubblica Amministrazione e le agenzie governative del nostro Paese. Dati e backup presenti nei server, infatti, risiedono completamente in Italia e il centro può così rispondere in modo esauriente alle norme in materia di trattamento delle informazioni e di sicurezza. Con tutti i vantaggi di flessibilità ed efficienza delle soluzioni di tipo Infrastructure-as-a-Service (IaaS) che, adottando modelli di pagamento “pay-per-use”, permettono di adattare l’utilizzo delle risorse, e di conseguenza i costi, alle esigenze di business.

 

 

Per progettare e inaugurare in sei mesi un data center di questo calibro, si è rivelata fondamentale l’esperienza di SoftLayer nel cloud computing. Basterebbero pochi nomi per sottolineare il potenziale e il valore di questa compagnia nel mondo della nuvola: WhatsApp, Tumblr, Repsol, Citrix, DropBox sono alcuni dei clienti di SoftLayer. Un’offerta, ora integrata nel portafoglio cloud di IBM, che si differenzia in modo sostanziale dalle altre presenti sul mercato.

IBM, grazie all’offerta SoftLayer, è oggi l’unica società capace di proporre risorse condivise (multi-tenant), dedicate (single-tenant, grazie a server bare metal) o miste, mettendole a disposizione dei clienti in pochi click, con immediatezza e con un sistema di gestione unificato. Tutti i data center IBM, basati su infrastruttura SoftLayer, sono replicati alla stessa maniera, seguendo una serie di standard di progettazione che rendono i vari centri gemelli identici tra loro.  Grazie ad una rete privata globale, i clienti possono allocare i server in differenti data center senza costi aggiuntivi, con sistema operativo, aggiornamenti, patch, servizi di back-end compresi nel costo del servizio.

Il massiccio investimento di 1,2 miliardi di dollari realizzato da Ibm lo scorso anno ha permesso di sviluppare una rete cloud globale, che permette alle aziende di scalare i propri ambienti IT in modo consistente, di creare modelli di cloud ibrido, oppure di eseguire senza problemi applicazioni per carichi di lavoro intensivi, come l’analisi dei Big Data.

Una strategia vincente, che ha permesso ad IBM di inaugurare, dall’inizio del 2015, ben quattro centri: Parigi, Francoforte, il secondo ad Amsterdam e infine quello di Milano. E il piano industriale prevede di continuare nel 2015 e anche nel 2016.

 

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