16/09/2019 di Redazione

Colpo di scena di Huawei: rinuncia a brevetti e controllo sul 5G?

Il Ceo, Ren Zhengfei, ha annunciato che Huawei potrebbe vendere a un’azienda occidentale i propri brevetti, licenze e codice software sulle tecnologie 5G. Un modo per smettere di essere il bersaglio della guerra commerciale di Donald Trump. Ma è solo un’i

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Una Huawei orfana del 5G, tecnologia strategica per un colosso del networking specie in questo momento storico, riusciremmo a immaginarla? Sembra difficile, eppure la società cinese potrebbe decidere di vendere i propri brevetti, le licenze e il codice software relativo alla tecnologia di rete mobile di quinta generazione. Lo farebbe per una giusta causa: far calare la pace sulla guerra dei dazi con gli Stati Uniti. E sarebbe un cambio di strategia non da poco.

Davanti alle accuse del governo di Donald Trump e delle agenzie di intelligence Usa, in questi mesi i dirigenti di Huawei hanno mantenuto un atteggiamento fermo, negando l’esistenza di qualsivoglia attività di spionaggio del governo di Pechino attraverso i propri smartphone e apparati di rete. Ora, però, dall’intervista rilasciata a Economist dall’amministratore delegato Ren Zhengfei spunta un’ipotesi mai sentita prima. 

Dalle due ore di conversazione intrattenuta dal giornalista con il Ceo, nel maestoso quartier generale dell’azienda a Shenzhen, è emessa l’ipotesi che Huawei possa vendere a una società occidentale i brevetti, le licenze, il codice, i blueprint tecnici e il know-how produttivo sul 5G. Non si è parlato, chiaramente, di cifre ma solo di un “pagamento una tantum”. Una volta nelle mani del nuovo proprietario, il codice software delle tecnologie 5G potrebbe essere modificato a piacere, senza che né Huawei né il governo cinese abbiano alcun potere di interferenza. 

 

Ren Zhengfei, presidente e Ceo di Huawei

Se è vero che Huawei, così facendo, rinuncerebbe a una parte importante del proprio prestigio e del proprio business, d’altra parte la vendita le consentirebbe di incassare in un sol colpo una cifra certo consistente. La tecnologia 5G nata nella “culla” della società di Shenzhen finirebbe adottata da un’azienda occidentale, dunque più rassicurante agli occhi dei consumatori statunitensi e non più attaccabile con motivazioni (o pretesti) di difesa dallo spionaggio cinese. Si tratta però ovviamente solo di un’ipotesi, e non è da escludere che l’intervista di Zhengfei sia stata anche un’operazione tattica all’interno di una complessa battaglia politica, commerciale e mediatica. 

 

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