02/01/2013 di Redazione

Customer Experience: la personalizzazione prima di tutto!

Per qualsiasi azienda che voglia fare della propria customer experience un fattore di successo, personalizzare i canali di engagement è un requisito essenziale. In un ambiente in cui il telefono domina la scena, esistono diversi accorgimenti per farlo. La

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Comprendere cosa significa Customer Experience non è mai stato tanto importante per le aziende. Nell'economia globalizzata di oggi è sempre più difficile differenziarsi in termini di beni e servizi. Basta guardare alle dispute legali sui brevetti in atto nel mercato della tecnologia consumer per capire come i prodotti stiano diventando una commodity. Per poter emergere, le aziende hanno capito di doversi concentrare sul miglioramento dei livelli di servizio al cliente. Ma qual è il modo migliore per farlo?

Una recente ricerca effettuata da Oracle fornisce qualche risposta. Evidenziando innanzitutto come per il 37% dei consumatori il telefono rimane il metodo di contatto preferito per parlare con un customer service. Al secondo posto, nel 22% di casi, viene citato l'invio di un messaggio di posta elettronica attraverso il sito Web dell'azienda.



Per molti aspetti questi dati non dovrebbero sorprenderci. Il telefono resta nella maggior parte dei casi il modo più veloce per risolvere un problema (ovviamente una volta passati attraverso infiniti menu di opzioni per riuscire a parlare con un essere umano). La posta elettronica richiede spesso un lungo scambio di messaggi tra il cliente e l'operatore dell'azienda. Ma forse il dato più importante è che i clienti desiderano essere trattati in modo personale. Per qualsiasi azienda che voglia fare della propria customer experience un fattore di successo, personalizzare i canali di engagement è un requisito essenziale. In un ambiente in cui il telefono domina la scena, esistono diversi accorgimenti per farlo.

Il primo è quello di liberare le risorse più competenti del contact centre perché possano dedicare più tempo alle richieste complesse. Per fare questo bisogna personalizzare gli altri punti di contatto: online, mobile, social e chioschi solo per fare qualche esempio. Per farlo in modo efficace bisogna avere una visione unificata di tutte le interazioni con il cliente attraverso i diversi canali, ed eseguire analisi sui dati che ne risultano.

Sembra complesso, ma la premessa di tutto questo è antica quanto lo shopping stesso. Proprio come i negozianti sviluppano un rapporto con i loro clienti abituali per incentivare acquisti ripetuti – piccole cose come ricordarne il nome o informarsi sulla loro salute, per esempio – così le grandi aziende devono saper ricreare lo stesso tocco personale nel mondo online. Tutti i dati necessari per farlo sono disponibili, e per le aziende è solo questione di raccoglierli e analizzarli.

Collegando insieme l'attività di un cliente sul sito Web dell'azienda con la sua pagina Facebook, il profilo Twitter e i dati del contact centre è possibile creare un profilo olistico e personalizzato dell'interlocutore registrando l'intero storico delle interazioni con il brand e utilizzando tecniche di analisi predittiva per anticipare le offerte e le promozioni che potrebbero risultare interessanti per quel particolare cliente. In questo modo l'approccio personale può essere esteso a tutti gli strati della piattaforma di customer experience di un'azienda. Il brand può conoscere i propri clienti in modo più approfondito per offrire proposte personalizzate e quindi pertinenti.

Perché questo possa accadere, tuttavia, tutte le piattaforme online – compresi i sempre più importanti canali social – devono essere ottimizzate per creare una reale piattaforma di customer experience. Ad oggi molte aziende sembrano insensibili a questa necessità: solo il 46% degli intervistati per la ricerca commissionata da Oracle risponde a commenti pubblicati online dai clienti. Gli strumenti per dialogare con i clienti sui social media esistono, quel che sembra mancare attualmente è la volontà di farlo.

Con la crescita della cosiddetta “Generazione Y”, che diventa la principale fonte di ricavi per i retailer, disporre di una piattaforma di engagement sarà sempre più importante. I consumatori della Generazione Y conoscono il mondo online e ne comprendono e sfruttano le potenzialità;le aziende  che non si adeguano  diventeranno rapidamente obsolete e irrilevanti.

Per fare tutto questo, Oracle offre la piattaforma applicativa Customer Experience Suite, una soluzione end-to-end che coniuga capacità di Web commerce, una base di informazioni completa arricchita da strumenti di ricerca e navigazione guidata, raccomandazioni in tempo reale e applicazioni di marketing e fidelizzazione integrate. Grazie a tali caratteristiche, la soluzione consente di ottimizzare i siti web secondo i vari dispositivi,  creare contenuti dinamici e stimolare il coinvolgimento del cliente sui diversi canali, per garantire una customer experience eccellente su ogni singolo punto di contatto.

La piattaforma mette inoltre a disposizione un motore di raccomandazioni predittivo automatizzato che genera velocemente per ciascun cliente suggerimenti personalizzati sui prodotti, aumentando la propensione all’acquisto. Ad esempio, per personalizzare l’esperienza del cliente sul sito web, la piattaforma Oracle consente di predisporre le regole per definire, in base al profilo del cliente, cosa visualizzare a fronte di una richiesta. In questo modo è possibile creare landing page e banner che veicolano in modo automatizzato raccomandazioni, consigli sui prodotti e promozioni di particolare interesse perla singola persona. Oracle Customer Experience Suite consente infine anche di personalizzare l’esperienza del cliente al punto vendita, infatti  strumenti di customer intelligencepossono fornire  agli addetti alle vendite informazioni in tempo reale che li aiutano a orientare la conversazione.


Roberta Toniolo è Vice President Marketing Oracle Applications, Western Europe


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