16/05/2023 di Redazione

Esg, intelligenza artificiale e automazione nelle strategie aziendali

Uno studio di Mazars svela il legame fra transizione digitale ed ecologica nelle aziende di 27 Paesi. La qualità dei dati per il reporting resta un problema.

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Tecnologia digitale e sostenibilità vanno a braccetto nelle strategie delle aziende. Il legame tra questi due mondi è stato molto sottolineato negli ultimi anni da analisti, vendor, studi di settore, economisti, sociologici e filosofi, tant’è che si parla di “green & blue” e di “transizione gemella”, digitale ed ecologica. Un nuovo studio di Mazars, società di consulenza e audit, conferma l’esistenza di questo legame: gli investimenti in digitale e la sostenibilità sono le due principali priorità strategiche per i dirigenti d’azienda.

Su un campione di 832 executive di 27 Paesi, il 32% ha identificato la trasformazione dell'IT e della tecnologia aziendale come una priorità strategica per il medio periodo (prossimi tre o cinque anni), il 29% ha messo al primo posto le strategie di sostenibilità, da definire ex novo o da aggiornare. Nell’immediato, le principali sfide da affrontare per le aziende sono l'inflazione e l'instabilità economica, gli elevati costi dell’energia (l’83% degli italiani intervistati prevede che per l’azienda aumenteranno nei prossimi mesi, ma il 65% pensa anche che torneranno a scendere entro la fine del 2023), la guerra e le tensioni geopolitiche. Va da sé che il tema della sostenibilità si leghi a quello dei costi dell’energia, che possono essere contenuti con politiche di efficienza e utilizzo di rinnovabili.

“Due sono le aree di interesse di quest'anno: la tecnologia e la sostenibilità”, scrive nella nota introduttiva al report Mark Kennedy, partner & group executive board member di Mazars. “Gli intervistati individuano nelle trasformazioni tecnologiche e nelle nuove strategie di sostenibilità le principali priorità strategiche per la loro azienda nei prossimi tre-cinque anni. Queste sono anche le aree in cui la maggior parte dei rispondenti prevedono di investire quest'anno. Fortunatamente, i dirigenti sentono di avere familiarità e sicurezza nella gestione delle nuove tecnologie. E mentre quasi tutti producono o prevedono di produrre un report di sostenibilità nel prossimo anno, la mancanza di dati validi è ancora una sfida”.


Il problema del reporting
Quello della raccolta, dell’analisi e della certificazione dei dati sulla sostenibilità è un problema noto per le aziende che si pongono
obiettivi Esg (Environmental, Social and Governance). Le sfide principali riguardano la qualità dei dati (segnalata dal  37% delle aziende che redigono report di sostenibilità), il loro tracciamento (28%), la ricerca del giusto fornitore di servizi (24%), la scelta degli elementi da includere nel monitoraggio (22%), la disponibilità di capacità e competenze interne (22%), la comprensione della regolamentazione (21%).

Tra i C-suite italiani, il 78% ha detto che la propria azienda redige il bilancio di sostenibilità, un dato superiore alla media globale ferma al 65%. Oltre la metà del campione italiano, il 58%, si è detta pronta a ottemperare alla recente normativa europea che prevede i nuovi requisiti di rendicontazione Esg, e anche in questo caso il dato è nettamente superiore alla media globale (36%). Tre aziende italiane su quattro hanno già preventivato costi per il reporting di sostenibilità e una su cinque prevede di inserirli nella prossima definizione del budget.

 

(Infografica: Mazars, "C-Suite Barometer 2023", maggio 2023; dati globali)

 

Automazione e intelligenza artificiale tra le priorità
Per quanto riguarda l’evoluzione tecnologica, le aree di maggior interesse sono l'
intelligenza artificiale (su cui il 50% dei dirigenti, sul totale del campione, e ben il 75% degki italiani ha almeno una certa dimestichezza), l'automazione (il 48% ha una certa familiarità con il tema), i Big Data (44%) e il Web3 (metaverso, criptovalute, blockchain, digital twin, 40%). Tra queste aree, l’automazione è considerata quella più importante per l’azienda (per il 38% degli intervistati è essenziale, versus 24% del metaverso).

“L’intelligenza artificiale, come dimostra il nostro sondaggio, risulta essere uno dei temi principali nelle agende dei C-level”, ha commentato Luca Savoia, consulting leader di Mazars e leader IT assurance & advisory di Gruppo Mazars. “Siamo, infatti, fortemente convinti che l’AI possa essere di grande utilità per rendere molto più efficaci diversi processi aziendali. Il punto nodale è un utilizzo normato e responsabile. È importante quindi anche prestare la massima attenzione a tutti gli aspetti connessi alla tutela della privacy dei dati, a come questi vengano raccolti, archiviati, conservati e protetti lungo tutto il loro ciclo di vita. La migliore arma per le aziende è dunque adottare sistemi di monitoraggio continui, uniti a un’effettiva “privacy e security by design e default” da implementare nei vari processi del business”.

Dall’indagine è anche emerso un certo ottimismo in fatto di cybersicurezza: il 66% dei dirigenti sul totale del campione (e  il 73% degli italiani) ha detto di credere che i propri dati siano completamente protetti, mentre il 30% li pensa come parzialmente proteggi e solo il 3% pensa che non siano al sicuro (l’1% non sa rispondere).


Il percorso della diversity
Le aziende italiane si dimostrano all’avanguardia anche sui temi legati alla sostenibilità sociale, come diversity, inclusione e parità di genere, sebbene ci sia ancora lavoro da fare su questo fronte. Solo nell'11% delle realtà italiane dal campione è donna più del 50% dei decisori aziendali strategici, mentre nel 45% dei casi (versus 29% della media globale) le donne occupano una buona quota, tra il 31% e il 50%, delle posizioni di leadership. Il 48% dei C-level italiani (versus 33% della media globale) ha detto che l'uguaglianza di genere rientra fra le prime tre priorità della strategia aziendale.

 

(Infografica: Mazars, "C-Suite Barometer 2023", maggio 2023; dati globali)

 

 

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