01/05/2015 di Redazione

Expo apre i battenti: una smart city da manuale

Grazie alla rete di Telecom Italia e agli apparati di Cisco il chilometro quadrato dell’esposizione universale di Milano-Rho può dirsi un modello di città intelligente, iper-connessa ad alta velocità e popolata di servizi digitali. Dalla fibra ottica all’

immagine.jpg

La prima vera smart city italiana si chiama Expo 2015. Oltre duecento chilometri di fibra ottica, una rete 4G Lte che sfrutta sei antenne macro e dodici micro, e poi 2.770 access point e un centinaio di totem multimediali: solo alcuni dei numeri che descrivono l’area di circa un chilometro quadrato situata alla periferia di Milano, a Rho. Dietro i numeri ci sono due nomi, quelli di Telecom Italia e di Cisco, scelte dalla società di Expo come partner tecnologici in grado di offrire servizi di connettività agli espositori e ai visitatori della fiera. E non era un’impresa semplice, considerando che l’attesa è quella di arrivare, nei momenti cloud del semestre, a picchi di duecentomila presenze quotidiane.

Passeggiare fra i padiglioni e assistere a parate ed eventi non sarà soltanto un’esperienza filtrata dai sensi, ma anche il punto di partenza per la condivisione di video, foto, commenti sui social network, o per l’utilizzo di applicazioni su smartphone e tablet.  Telecom Italia si è occupata di dotare Expo di un’infrastruttura di rete, fissa e mobile, ad alta velocità, nonché di gestire i collegamenti alla rete WiFi. Quest’ultima poggia sugli switch e sugli access point di Cisco. Per connettersi alla rete si potrà sfruttare un’unica procedura di autenticazione: il WiFi pubblico di Milano, accessibile in diversi quartieri della città, è federato con la rete di Expo.

Chi visita Expo, inoltre, potrà attingere a informazioni e fruire contenuti multimediali su più di cento totem e su una ventina di grandi schermi “e-wall”, il cui palinsesto viene gestito dai sistemi di Digital Signage di Cisco. Spostandosi fra Palazzo Italia, il Cardo e l’Albero della Vita si potrà sperimentare un “grand tour digitale” collegandosi al Web e a un’app sviluppata da Tim; oppure, noleggiando un tablet direttamente sul posto, si potrà (con il servizio Tim2go) navigare in 4G, accedere a video on demand esclusivi e archiviare contenuti su uno spazio in cloud.

Altro elemento centrale nella smart city di Expo è la Service Delivery Platform realizzata da Accenture, una sorta di “sistema nervoso” che raccoglie, analizza e conserva dati, oltre a poter gestire diversi tipi di servizi e attività di marketing. La piattaforma potrà farsi carico ogni giorno di 2,5 milioni di transazioni, inviare fino a 7,5 milioni di notifiche sulla base della localizzazione dei visitatori, 150mila email e 2,6 milioni Sms. Modalità con cui la fiera potrà inviare informazioni e promozioni ai visitatori.

 

 

La tecnologia di Accenture è anche la base su cui poggia l’applicazione mobile ufficiale di Expo, già arrivata oltre i 250mila download e disponibile su App Store e Google Play. Usandola si possono consultare mappe interattive e calendari di eventi, acquistare biglietti, programmare la propria agenda personalizzata di Expo, ricevere avvisi in tempo reale e in base alla propria ubicazione, e ancora tenere traccia degli itinerari percorsi e condividere contenuti sui social network.

La tecnologia serve anche a chi lavora a Expo e chi è presente con uno stand. L’operatore di telecomunicazioni ha anche messo a disposizione oltre duecento server e 50 terabyte di storage per ospitare servizi e applicazioni, mentre Cisco ha fornito più di duemila telefoni Ip e un centinaio di sistemi per la videoconferenza, fra telefoni video IP e apparati di telepresenza, oltre al software Cisco Jabber.

 

 

ARTICOLI CORRELATI