La prima vera smart city italiana si chiama Expo 2015. Oltre duecento chilometri di fibra ottica, una rete 4G Lte che sfrutta sei antenne macro e dodici micro, e poi 2.770 access point e un centinaio di totem multimediali: solo alcuni dei numeri che descrivono l’area di circa un chilometro quadrato situata alla periferia di Milano, a Rho. Dietro i numeri ci sono due nomi, quelli di Telecom Italia e di Cisco, scelte dalla società di Expo come partner tecnologici in grado di offrire servizi di connettività agli espositori e ai visitatori della fiera. E non era un’impresa semplice, considerando che l’attesa è quella di arrivare, nei momenti cloud del semestre, a picchi di duecentomila presenze quotidiane.
Passeggiare fra i padiglioni e assistere a parate ed eventi non sarà soltanto un’esperienza filtrata dai sensi, ma anche il punto di partenza per la condivisione di video, foto, commenti sui social network, o per l’utilizzo di applicazioni su smartphone e tablet. Telecom Italia si è occupata di dotare Expo di un’infrastruttura di rete, fissa e mobile, ad alta velocità, nonché di gestire i collegamenti alla rete WiFi. Quest’ultima poggia sugli switch e sugli access point di Cisco. Per connettersi alla rete si potrà sfruttare un’unica procedura di autenticazione: il WiFi pubblico di Milano, accessibile in diversi quartieri della città, è federato con la rete di Expo.
Chi visita Expo, inoltre, potrà attingere a informazioni e fruire contenuti multimediali su più di cento totem e su una ventina di grandi schermi “e-wall”, il cui palinsesto viene gestito dai sistemi di Digital Signage di Cisco. Spostandosi fra Palazzo Italia, il Cardo e l’Albero della Vita si potrà sperimentare un “grand tour digitale” collegandosi al Web e a un’app sviluppata da Tim; oppure, noleggiando un tablet direttamente sul posto, si potrà (con il servizio Tim2go) navigare in 4G, accedere a video on demand esclusivi e archiviare contenuti su uno spazio in cloud.
Altro elemento centrale nella smart city di Expo è la Service Delivery Platform realizzata da Accenture, una sorta di “sistema nervoso” che raccoglie, analizza e conserva dati, oltre a poter gestire diversi tipi di servizi e attività di marketing. La piattaforma potrà farsi carico ogni giorno di 2,5 milioni di transazioni, inviare fino a 7,5 milioni di notifiche sulla base della localizzazione dei visitatori, 150mila email e 2,6 milioni Sms. Modalità con cui la fiera potrà inviare informazioni e promozioni ai visitatori.

La tecnologia di Accenture è anche la base su cui poggia l’applicazione mobile ufficiale di Expo, già arrivata oltre i 250mila download e disponibile su App Store e Google Play. Usandola si possono consultare mappe interattive e calendari di eventi, acquistare biglietti, programmare la propria agenda personalizzata di Expo, ricevere avvisi in tempo reale e in base alla propria ubicazione, e ancora tenere traccia degli itinerari percorsi e condividere contenuti sui social network.
La tecnologia serve anche a chi lavora a Expo e chi è presente con uno stand. L’operatore di telecomunicazioni ha anche messo a disposizione oltre duecento server e 50 terabyte di storage per ospitare servizi e applicazioni, mentre Cisco ha fornito più di duemila telefoni Ip e un centinaio di sistemi per la videoconferenza, fra telefoni video IP e apparati di telepresenza, oltre al software Cisco Jabber.