29/01/2018 di Redazione

Fare jogging nel deserto può essere pericoloso

I dati aggregati e anonimi raccolti da Strava, applicazione molto amata dai runner per monitorare l’attività fisica, mostrano anche la localizzazione delle basi militari di vari Paesi e i tragitti seguiti dal personale dell’esercito. Aprendo così una fall

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Strava è una delle applicazioni più utilizzate al mondo dai runner e in generale dagli sportivi “di strada”. Consente infatti di tenere traccia dei propri allenamenti e di condividere le proprie prestazioni con gli amici, all’interno di un network. Tutto abbastanza normale, si dirà. Almeno fino a oggi, perché in queste ore si è scoperto che i dati pubblicati da Strava, rappresentati sotto forma di “mappe di calore”, consentono di localizzare con alto livello di dettaglio basi militari e spostamenti delle truppe impegnate nelle zone più pericolose del mondo. Un lato oscuro dell’applicazione che potrebbe mettere in serio pericolo i soldati di mezzo pianeta, così come la segretezza delle operazioni militari. Com’è possibile che un servizio innocuo come Strava sia balzato agli onori delle cronache per altri “meriti”?

L’attività di tracciamento e di monitoraggio consentita dall’app si basa sulla geolocalizzazione, ottenuta da oltre 13mila miliardi di punti rilevati dal Gps integrato negli smartphone e negli orologi intelligenti. Questa miriade di informazioni viene poi raccolta e aggregata in forma anonima dai sistemi di Strava, la quale ha inaugurato lo scorso novembre la propria heatmap: aprendo la mappa si possono consultare i tragitti percorsi da runner, ciclisti, nuotatori e sciatori durante gli allenamenti.

Più un percorso è battuto, più la zona della cartina fornita da Strava è luminosa. Localizzando una qualsiasi grande città è possibile quindi vedere dei veri e propri grovigli di “fili” che si dipanano fra vie e parchi. Spostandosi nelle zone meno abitate o in quelle desertiche, ovviamente, la mappa diventa scura. Fatta eccezione per le basi militari, dove i soldati si tengono in forma per perlopiù correndo. E utilizzando, a quanto pare, l’app di Strava.

Per esempio, zone calde del mondo come l’Iraq e l’Afghanistan sono soprattutto buie, ma effettuando lo zoom anche in aree desertiche è possibile identificare alcune famose basi militari statunitensi, come Taji, Qayyarah, Speicher e Al-Asad. Perlustrando la mappa, però, si possono notare anche delle strutture più piccole e meno conosciute, dove Strava ha registrato dei dati. E il discorso vale anche per tratti di strada presumibilmente battuti dai convogli militari in fase di spostamento.

Sull’heatmap di Strava c’è di tutto: dal Bagram Air Filed a nord di Kabul, in Afghanistan, fino ad attività registrate su una spiaggia di Mogadiscio, in Somalia, dove si ipotizza che la Cia abbia una base segreta. Per non parlare di un centro missilistico nello Yemen o delle strutture posizionate nel nord-ovest della Siria, un’area cruciale per le sorti del conflitto perché roccaforte delle forze armate curde.

 

La heatmap di Strava

 

Il problema principale non riguarda però la possibilità di scoprire la posizione effettiva delle basi, quasi sempre nota: i vertici militari dovrebbero preoccuparsi del fatto che, tramite i dati di Strava, è possibile sapere presso quali strutture alloggiano presumibilmente più soldati, quali percorso seguono e così via. È probabile che la difesa statunitense si stia mangiando le mani, perché nel 2013 fu proprio il Pentagono a incentivare e finanziare l’utilizzo di fitness tracker fra i soldati dislocati all’estero.

La condivisione delle informazioni con Strava è però opzionale e può essere disattivata in qualunque momento dall’applicazione. Il Pentagono ha dichiarato di voler approfondire la questione, ma non è ancora chiaro se e quando verranno presi dei provvedimenti per risolvere la situazione. Strava, nel frattempo, ha sottolineato in una nota come i dati siano sempre aggregati e anonimi e di aver già escluso dal database le informazioni provenienti da zone private o caratterizzate da un determinato livello di privacy.

 

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