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Fra dieci anni dovremo essere tutti degli esperti di tecnologia

Il 70% degli imprenditori e manager italiani ritiene indispensabile per tutti i dipendenti diventino esperti di tecnologia entro il 2030, secondo quanto svelato da una ricerca realizzata per Dell dall’Institute for the Future.

Pubblicato il 03 febbraio 2020 da Emilio Mango

L’innovazione è sempre più importante in azienda. Ecco perché anche nei ruoli non tecnici le competenze digitali saranno fondamentali nel prossimo futuro. Se ne è discusso anche in occasione del Dell Technologies Forum 2019, tenutosi a Milano lo scorso novembre, presenti sul palco Filippo Ligresti, vice presidente e general manager per l’Italia, e Federico Suria, country manager enterprise sales di Dell Technologies Italia. In questa edizione del forum i temi tecnologici, sempre centrali, hanno lasciato grande spazio anche a quelli legati alle risorse umane. 

Tutto nasce dallo studio “Future of Work: Forecasting Emerging Technologies’ Impact on Work in the Next Era of Human-Machine Partnerships”, realizzato per Dell Technologies da Iftf (Institute for the Future) e basato sull’analisi di risposte provenienti da oltre 4.600 dirigenti d’azienda di 42 Paesi.
Per quanto riguarda il panorama italiano, la ricerca mette in evidenza che per oltre il 70% degli imprenditori e dei manager tutti i dipendenti saranno obbligati a diventare dei veri e propri esperti di tecnologia entro il 2030. Il “professionista del 2030” dovrà, infatti, distinguersi per una maggiore propensione verso gli algoritmi, per la cancellazione di qualsiasi gap digitale e per il possesso delle competenze necessarie ad applicare concretamente l’intelligenza artificiale in azienda.  

Sempre secondo la ricerca, il 53% della classe dirigente italiana (contro il 44% del dato globale) chiede alle strutture governative nuove policy in tema di lavoro, che si adattino al mutamento dello scenario, e una regolamentazione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.  Oltre l’82% dei business leader italiani (54% è il dato globale) è sicuro che la prossima generazione di professionisti avrà un impatto dirompente sulla forza lavoro della propria azienda, grazie a competenze digitali profonde e a una mentalità radicalmente diversa: questo fatto spingerà la metà degli imprenditori e manager interpellati ad attrezzarsi in-house, attraverso lo sviluppo interno delle competenze digitali, come per esempio l’insegnamento del coding ai propri dipendenti.    
 

Filippo Ligresti, vice president e general manager di Dell Technologies Italia

 

“Nello studio”, ha dichiarato Filippo Ligresti, “è chiara la richiesta degli imprenditori e dei manager rivolta alle strutture governative circa l’implementazione di nuove regole che possano normare uno scenario di business e un luogo di lavoro che stanno cambiando alla velocità della luce. Le aziende del futuro saranno digitali. Si posizioneranno come luoghi in cui tecnologie come Big Data, analytics, intelligenza artificiale o Internet delle Cose saranno familiari come lo sono le scrivanie, i laptop o le stampanti. I dipendenti collaboreranno in un modo totalmente differente e immersivo attraverso l’uso dell’extended reality, mentre l’intelligenza artificiale farà da complemento alle capacità umane piuttosto che rimpiazzarle, aiutando i dipendenti a gestire i flussi di lavoro, a portare a termine i propri compiti e a ricavare informazioni utili al business dall’immensa mole di dati a disposizione”. 

Federico Suria ha invece sottolineato il fatto che siamo ormai entrati nel vivo della cosiddetta quarta rivoluzione industriale. “I modelli di business si stanno trasformando in tutti i settori industriali, trainati dalla digitalizzazione che anche in Italia sembra aver avviato un percorso credibile”, ha detto Suria. “Questo processo va sostenuto perché è fondamentale per incrementare la competitività delle nostre aziende, in uno scenario globale che presenta incertezze sia a livello economico che geopolitico”.
 

Federico Suria, country manager enterprise sales di Dell Technologies Italia

 

A dimostrazione della validità di questa tesi, la ricerca realizzata con Iftf mostra che il 70% dei leader di business in Italia ritiene che la collaborazione persona-macchina aiuterà a superare i limiti umani sul posto di lavoro. Tuttavia, per far sì che questa trasformazione sia sostenibile, la formazione della forza lavoro e la regolamentazione sono due temi fondamentali. “Servono investimenti per creare competenze digitali”, ha rimarcato Suria, “sia sulle nuove generazioni di lavoratori sia su quelle esistenti, per renderle in grado di essere pronte a seguire la trasformazione richiesta dal mercato. Allo stesso tempo, è importante che a livello governativo i temi dell’interazione persona-macchina vengano indirizzati in maniera preventiva e regolati, al fine di armonizzare i potenziali impatti di un’implementazione non regolata delle nuove tecnologie”.

 
Tag: dell, innovazione, formazione, italia, aziende, trasformazione digitale, skill gap, competenze

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