23/03/2023 di Redazione

Future of work week: Cisco ripensa i luoghi e i modi per lavorare

Cisco chiama esperti, tecnici, analisti all’evento dedicato ai work place del futuro, dove collaborano tecnologia ed etica. Esperimenti per portare il lavoro fuori dai grandi centri

immagine.jpg

Il mondo del lavoro, anzi del modo di lavorare, e le possibili evoluzioni che dalla pandemia in poi hanno avuto una sempre maggiore accettazione a livello economico e sociale rappresentano il focus di “Cisco Future of Work Week”. Quattro le giornate che Cisco ha voluto dedicare al tema, per riflettere sui tanti cambiamenti che le aziende e i lavoratori hanno dovuto affrontare per stare al passo con un mondo che cambia velocemente e a fronte di continui imprevisti. Dai quali, perché no, potere trarre dei vantaggi in termini di flessibilità produttività e qualità della vita.

Fino a pochi anni fa, il mondo del lavoro era basato su alcuni, immutabili, capisaldi: l’ufficio, le 8 ore di lavoro e l’azione del lavoro stesso” ha esordito Michele Dalmazzoni, direttore della divisione Collaboration Sud Europa & Future of Work leader Italy di Cisco, presentando la prima edizione dell’evento che per 4 giorni ha occupato gli spazi della Fondazione Feltrinelli di Milano, continuando: “Oggi questo modello non è più adeguato al nuovo scenario, dove ormai l’ufficio non è più un unico luogo, ma diventa un concetto esteso, che coinvolge chi lavora da casa, chi è in movimento, includendo flessibilmente e in maniera dinamica nuove figure, in una sorta di “luogo” ibrido, dove mondo fisico e digitale si fondono e dove ancora non si è arrivati ad avere un modello definito, ma dove tutto è in continua sperimentazione”.

Alla Future of Work Week le idee per cambiare il modo di lavorare
E proprio sulla sperimentazione di nuovi modelli di work place che Cisco ha aperto la fucina di idee della Week, raccogliendo la sfida di riuscire a fornire gli stessi strumenti tecnologici a chiunque, indipendentemente dal luogo da dove il lavoro viene svolto. Una riflessione che analizza, cercando di fondere, tre concetti sui quali si basa l’intero evento di Cisco: la tecnologia, le persone e gli spazi di lavoro.

 

Michele Dalmazzoni, direttore della divisione Collaboration Sud Europa & Future of Work leader Italy di Cisco

 

Sul fronte tecnologico, infatti, il vendor non si limita alla proposizione attuale in tema smart working e collaboration, ma intende affinare il portfolio d’offerta proprio con l’intento di prendere in considerazione tutti i diversi aspetti del lavoro e tutti i possibili scenari, dall’ufficio classico, dal proprio domicilio o da ovunque ci si trovi, con l’obiettivo di fornire la stessa esperienza dell’ufficio, del suo ruolo di confronto, collaborazione e socializzazione, senza doverci realmente essere. Da qui le sperimentazioni sia tecnologiche sia, soprattutto, di analisi dell’impatto che simili condizioni di remote working possono avere sulla società, sull’individuo, sulle città e sulle condizioni di sostenibilità ambientale. 

Team che lavorano a distanza come se fossero insieme
Le nuove condizioni di remote working prevedono e rende possibile la creazione di team che sono indipendenti da dove le persone realmente risiedono, non solo a livello geografico nazionale, ma estendendo il coinvolgimento di competenze e risorse che possono essere distribuite a livello globale – commenta Giampaolo Barozzi, senior director purpose innovation lead di Cisco -. Tutto questo sta rendendo necessario delle riflessioni sulla natura sociale del lavoro e di quanto esso abbia peso nell’ingaggio delle persone. Da qui la volontà di sperimentare in maniera concreta cosa voglia dire lavorare in modalità ibrida”.

La nuova vita possibile per le citta: l'esempio di Venezia 
L’esperimento Venywhere si basa proprio su questi paradigmi, con l’aspirazione di potere dare anche un contributo al ripopolamento di Venezia. Nella città lagunare è infatti stato attivato per 3 mesi un vero e proprio Innovation Living Lab, proponendo ai partecipanti all’esperimento alcuni luoghi dove risiedere, lavorare e altri punti di appoggio per il co-working presso i quali confrontarsi e socializzare tra colleghi. Persone che hanno vissuto l’esperienza come cittadini e come nomadi digitali, integrati in una città non propriamente strutturata e pensata per il business, creando ambienti nuovi aperti e connessi con il tessuto in cui si lavora.

La logica è quella di una Smart Working City, che muti il pendolarismo in mobilità, dove la tecnologia è abilitatrice ma anche protagonista nella trasformazione di un lavoro flessibile, ubiquo e più sicuro. Esattamente l’opposto di quanto si è fatto durante il lockdown da pandemia, dove si è cercato di trasformare la tecnologia d’ufficio per un utilizzo da casa", riprende Barozzi. "In questo modo, invece, si viene a creare una prossimità digitale, attivando attenzione e non un controllo, sulle attività dei lavoratori. Con il risultato che chi ha partecipato all’esperimento veneziano hanno avuto la possibilità di lavorare in posto bellissimo, ma hanno anche performato meglio rispetto ad altre condizioni”.

Contribuendo ad affrancare la vocazione quasi esclusivamente turistica di una città che rischia di diventare sempre meno adatta ad essere abitata. I risultati di Venywhere sono stati talmente incoraggianti che già è in cantiere una versione successiva del progetto che si estenderà da 3 mesi a un anno. Ma già in lista ci sono altri luoghi da coinvolgere nel progetto: dall’isola di Rodi, al Sud Africa, Africa e USA. Tutti i progetti devono essere pensati in ottica “people-centrica”, con l’ufficio destinato a non essere più uno spazio, ma un tool sempre a disposizione delle persone che devono lavorare.

Al Cisco Future of Work Week, il lavoro viene prima di pensare agli uffici. L'agorà che socializza
Rimane il fatto che il confronto e la socializzazione rappresentano elementi importanti per la creazione di un team. Si pensa prima all’organizzazione del lavoro, e dopo agli uffici. Al contrario di quanto fatto fino a oggi. Per questo motivo le aziende saranno sempre più portate, dopo l’organizzazione dello smart working, a creare degli spazi comuni fisici L’ufficio è collaborazione, innovazione e socializzazione.

Molto si può fare in digitale, ma ritrovarsi insieme in uno spazio è importante. Un ufficio che si apre, organizzato come piazze di incontro tra colleghi, partner, clienti. E su questo tema gli amministratori delegati delle aziende sono sempre più coinvolti, essendo una strategia che deve tenere in considerazione gli aspetti ambientali, di sostenibilità, di inclusione e di soddisfazione per il lavoro. Quell’indice ESG che ormai ha un valore crescente non solo dal punto di vista etico, ma anche economico.

L'esempio del Cisco Innovation Center al Museo da Vinci. Ritrovarsi in centro Milano

La Future of Work Week coinvolge e mostra anche l’esperienza diretta di Cisco, che proprio nel cuore della città, presso il Museo della Scienza e della Tecnica intitolato a Leonardo da Vinci, ha insediato il proprio Innovation Center.

L’argomento del lavoro ibrido, flessibile e collaborativo è per prima cosa sperimentato all’interno di Cisco stessa - afferma Gianmatteo Manghi AD di Cisco Italia -. Cisco Italia su questi temi è pioniera e pilota per tutti i Paesi, e vogliamo essere esempio di come è possibile lavorare sulle persone e sulle esigenze in termini di produttività ma, contemporaneamente, anche di qualità della vita. Uno smart working che già era timidamente presente in azienda fin da quando, nel 2009, abbiamo inaugurato la sede di Vimercate. Oggi, all’interno del museo di Milano, siamo presenti con il nostro centro di co-innovazione, che coinvolge clienti e partner in progetti su più soluzioni, che vanno dallo smart working alla sicurezza. Un centro che a oggi sta accogliendo più persone rispetto a quanti non vengano nella nostra sede principale, visitato e sfruttato per lavorare insieme tra noi e l’ecosistema di mercato che ci circonda, il quale svolge anche un importante ruolo di socializzazione. Uno spazio che vogliamo sia sempre più attrattivo e che spinga i clienti a venire a testare direttamente le esperienze del nuovo modo di lavorare”.

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI