Pubblicato il 28 agosto 2017 da Redazione
Una sterminata rete di computer connessi fra loro per aiutare gli scienziati ad analizzare la relazione fra batteri del corpo e malattie autoimmuni. È il Microbiome Immunity Project, un’iniziativa promossa da Ibm in tandem con i ricercatori di diverse università ed enti statunitensi, dal Mit ad Harvard, che si basa sulla generosità degli utenti. Sì, perché per fornire agli scienziati l’adeguata potenza di calcolo per portare avanti gli studi, Big Blue ha chiesto ai privati cittadini di mettere a disposizione le capacità non utilizzate dei propri computer. Come? È sufficiente scaricare un programma sicuro (Boinc) che rileva automaticamente quando una macchina è libera, connessa al Wifi e alla corrente elettrica ed è quindi in grado di fornire potenza di calcolo a costo zero, da utilizzare per effettuare esperimenti virtuali per conto dei ricercatori. I dati ottenuti saranno analizzati dal team, che metterà poi a sua volta le informazioni a disposizione di altri studiosi.
Lo scopo del Microbiome Immunity Project è quello di comprendere meglio l'interazione del microbioma con la biochimica umana e determinare in che modo questa possa contribuire all’insorgere di patologie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, che colpiscono centinaia di milioni di persone nel mondo e che vengono diagnosticate sempre più di frequente.
Una migliore comprensione dei fenomeni permetterebbe ai ricercatori di prevenire e curare queste malattie con maggiore facilità. Considerando che lo studio dell'intero microbioma umano sarebbe pressoché impossibile con i metodi tradizionali, il World Community Grid di Ibm metterà a disposizione potenza di elaborazione su larga scala grazie al processo di crowdsourcing sopra descritto.
Dalla sua costituzione nel 2004, la piattaforma di Big Blue ha sostenuto 29 progetti per la ricerca in ambito oncologico, contro Hiv e Aids, nei confronti del virus Zika ma anche per trovare nuovi metodi di filtrazione delle acque e di sfruttamento delle energie rinnovabili. Ben 738mila persone e 430 istituzioni di 80 Paesi hanno donato oltre un milione di anni di tempo di calcolo da più di tre milioni di computer e dispositivi Android.
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