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Il new deal dei Google Glass: stop alle vendite per fare sul serio

La società di Mountain View ha deciso di interropere la vendita al pubblico della versione "sperimentale" degli occhiali smart. Il progetto passa ora a un nuovo gruppo di lavoro guidato dal fondatore di Nest, Tony Fadell. Il successo commerciale è più vicino o più lontano?

Pubblicato il 16 gennaio 2015 da Redazione

Per i Google Glass si chiude una porta ma potrebbe aprirsi il classico portone. Ieri da un blogpost ufficiale è rimbalzata la notizia che dal 20 gennario la società di Mountain View interromperà la produzione e la vendita dei suoi occhiali di realtà aumentata, finora distribuiti all’interno del Glass Explorer Program, un programma sperimentale interno alla divisione Google X. Non, tuttavia, per rinunciare al progetto, ma per dedicarvi nuove risorse e strategie diverse.

A detta di Fortune, il progetto sarà preso in carica da un nuovo gruppo guidato da Tony Fadell, un ex di Apple (per cui ha contribuito a progettare il primo iPod) nonché cofondatore e amministratore delegato di Nest, la società creatrice dei termostati e rilevatori di fumo intelligenti che Google ha acquistato lo scorso anno per 3,2 miliardi di dollari.

Fadell non abbandonerà la divisione relativa a Nest ma contemporaneamente si occuperà di dirigere il nuovo team dedicato ai Google Glass. L’obiettivo di Big G è duplice: da un lato l’azienda sta puntando a trasformare i Glass da oggetto per sviluppatori e nerd a strumento di lavoro, con una seconda generazione di occhiali smart alimentata da processori Intel e dotata di maggiore autonomia energetica; dall’altro, non rinuncia al sogno di farli diventare un oggetto diffuso, che mira a trovare spazio fra l’utenza consumer al pari di tablet e smartwatch.

 


In realtà, l’interpretazione di questa mossa non è univoca. Alcuni commentatori sottolineano come solo facendo uscire gli occhiali smart dalla fase sperimentale si possa tentare di renderli più appetibili per il vasto pubblico, riprogettandone radicalmente l’aspetto e alcune funzionalità. Per altri, la decisione non sarebbe altro che un tentativo di destinare gli ingegneri e i tecnici del laboratorio Google X verso progetti più profittevoli, salvando allo stesso tempo le apparenze.

L’azienda di Mountain View, in ogni caso, ha promesso tutt’altro: “I Glass erano nella loro infanzia, e voi avete compiuto questi primi passi aiutandoci a imparare a camminare. C’è ancora del lavoro da fare, ma adesso possiamo metterci le scarpe da adulti e imparare a correre”.
 

Tag: google, google glass, wearable device, strategie, realtà aumentata

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