13/01/2018 di Redazione

L'intelligenza è ragionamento, ma anche emozioni e sensi

Sistemi di computing “affettivo”, applicazioni che interpretano gli stati d'animo delle persone, metodi di autenticazione che combinano la biometria con il machine learning. Sono alcune delle previsioni di Gartner per il futuro dell'AI.

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Sistemi che non soltanto “ragionano”, analizzano, fanno previsioni, ma che sanno anche interpretare ed esprimere emozioni. È questa a detta di Gartner una delle nuove frontiere dell'intelligenza artificiale, tema tecnologico fra i più caldi di questi anni nonché fra i più variegati per destinazione e tipologia di software e hardware coinvolta. Fra robot “da compagnia” e sistemi industriali, chatbot al servizio del commercio e dell'assistenza ai clienti, applicazioni per smartphone come Siri, Google Assistant e Bixby, le incarnazioni dell'AI sono tante e diverse fra loro. Eppure qualche tendenza di fondo per gli anni a venire può essere immaginata, come ha fatto la società di ricerca nordamericana in uno studio di fresca pubblicazione ("Predicts 2018: Personal Devices”).

 

Un'affermazione può certo far discutere: nei prossimi anni, entro il 2022, l'intelligenza artificiale consentirà agli smartphone e ad altri dispositivi personali di “conoscere” chi ne è proprietario quasi intimamente. I nostri gadget tecnologici, secondo gli analisti, saranno al corrente dei nostri stati emotivi più di quanto non lo siano genitori, figli, coniugi. Anche senza arrivare a tanto, è sicuro che l'azione dirompente dell'intelligenza artificiale arrivi a dare nuove forme alle interazioni fra esseri umani e tecnologie. Una prima ondata di innovazione, quella attuale, ha introdotto assistenti virtuali, chatbot e altri sistemi conversazionali (che comprendono il linguaggio naturale, su comandi vocali o scritti, lo interpretano su base contestuale e producono risposte), mentre la prossima ondata “porterà valore in un maggior numero di esperienze utente in varie situazioni”, scrive Gartner, “fra cui software educativi, di videogioco, diagnostici, di misurazione delle prestazioni atletiche e fisiche, e nelle automobili a guida autonoma”.

 

Gartner prefigura l'avvento di sistemi di intelligenza artificiale “emotivi” e di computing “affettivo”, in grado di analizzare gli stati d'animo delle persone allo scopo di produrre risposte o esperienze personalizzate non solo sull'utente singolo ma sulle sue esigenze del momento. Oggi già si assiste alle prime sperimentazioni e prototipi in questi ambiti: applicazioni che analizzano le espressioni del viso di persone catturate da una fotocamera o webcam, o l'intonazione della voce o comportamenti ricorrenti; oppure sensori, microfoni e app inseriti in smartphone, smartwatch e sistemi per automobili connesse, che registrano e interpretano ogni azione dell'utente.

 

I vendor tecnologici”, ha commentato l'analista Roberta Cozza, “per non perdere rilevanza dovranno integrare l'intelligenza artificiale in ogni aspetto dei propri dispositivi, oppure saranno marginalizzati”. Secondo le previsioni di Gartner, questo imperativo in molti casi sarà soddisfatto ricorrendo a tecnologie di intelligenza artificiali forniti da altri: più precisamente, il 60% dei vendor entro il 2020 impiegherà servizi cloud di terzi, allo scopo di migliorare con l'AI i propri prodotti e soluzioni.

 

 

Particolare sviluppi connessi con l'AI avranno i wearable, come i bracciali e altri accessori che monitorano lo stato fisico e la salute. Entro il 2021, a detta di Gartner, si potrà dire che i dispositivi indossabili avranno modificato in modo significativo lo stile di vita di un utente su dieci, e a questo beneficio generalizzato si affiancheranno applicazioni più specifiche, come quelle che possono aiutare a diagnosticare anomalie cardiache, depressione e autismo.

 

Algoritmi e sistemi di computing cognitivo avranno, inoltre, notevole impatto sulla sicurezza informatica: miglioreranno l'accuratezza delle procedure di autenticazione, in sinergia non con le password bensì con tecnologie di riconoscimento biometrico quali i lettori di impronta digitale e i sistemi riconoscimento del volto (come il Face ID di Apple). “Ci sarà bisogno di tecnologie di sicurezza che combinino machine learning, biometria e analisi del comportamento dell'utente”, ha sottolineato l'analista CK Lu, “per rendere le procedure di autenticazione più semplici, più self service e senza intoppi”. Gartner in questa sede non ha parlato di giro d'affari, ma lo ha fatto recentemente un'altra società di analisi e consulenza, Tractica: a suo dire, mentre nel 2016 sono stati spesi 3,2 miliardi di dollari in tecnologie di intelligenza artificiale, nel 2025 la cifra annuale salirà a 89,8 miliardi di dollari.

 

 

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