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La criptovaluta di Facebook si chiama Libra e fa grandi promesse

Attesa entro il primo semestre del 2020, la moneta virtuale del social network sarà utilizzabile all’interno di Whatsapp, Messenger, Uber, PayPal e altri servizi.

Pubblicato il 18 giugno 2019 da Valentina Bernocco

Libra, cioè bilancia: la criptovaluta di Facebook richiama il concetto di giustizia e di equilibrio, oltre che lo strumento usato per pesare le monete. Chiacchierata per mesi, la valuta virtuale del social network ora si presenta ufficialmente, segnando un significativo passo dell’azienda di Mark Zuckerberg in un campo - quello dei pagamenti digitali - ancora non calpestato se non molto marginalmente con alcune funzioni integrate in Messenger. Con l’usuale megalomania, a volte giustificata e a volte un po’ troppo retorica, l’ufficio comunicazione di Menlo Park l’ha definita “una valuta globale semplice e una infrastruttura finanziaria che dà potere a miliardi di persone”. Nelle intenzioni di Facebook, Libra potrà “reinventare il denaro”, “trasformare l’economia mondiale” e “permettere alle persone in tutto il mondo di vivere una vita migliore”.

 

La retorica non manca di certo, ma di fatto in che cosa questa cryptocurrency è diversa da Bitcoin, Monero e compagnia? Innanzittutto nel fatto che non è soltanto una moneta ma un servizio, assimilabile in qualche modo a PayPal. La principale missione dichiarata di Libra è quella di permettere facili trasferimenti di denaro e basse commissioni ai circa 1,3 miliardi di abitanti del Pianeta sprovvisti di un conto in banca. Per tutti gli altri, la promessa è quella di ridurre i costi dei trasferimenti di denaro, costi che a causa delle commissioni possono arrivare anche al 7% del valore trasferito. Questi due fatti contribuiscono all’attuale scenario mondiale dei pagamenti: l’85% delle transazioni è ancora basato sullo scambio fisico di denaro contante. Il terreno fertile, ancora non coltivato, è dunque molto ampio.

 

La valuta crittografica di Facebook ha sei principali caratteristiche: è progettata per il mobile (per accedervi basta uno smartphone abilitato al traffico dati, cioè connesso a Internet), permette scambi veloci, è disponibile in tutto il mondo, è scalabile (un intero ecosistema di servizi potrà essere costruito su Libra), è stabile (cioè non soggetta a continue oscillazioni di valore, come accade invece per Bitcoin & Co.) ed è sicura, poiché basata sulla blockchain. A garanzia della sicurezza della moneta ci saranno dei “nodi di validazione” lungo la catena blockchain, rappresentati dai membri fondatori della Libra Association, fra cui spiccano i nomi di  Mastercard, PayPal, Visa, Stripe, PayU per quanto riguarda i circuiti di pagamento, e quelli di Iliad e Gruppo Vodafone nel campo delle telco. Alla lista vanno aggiunti Uber, Lyft, Booking, Spotify e altri servizi, una serie di venture capital, enti no-profit, istituzioni accademiche. E poi Calibra, una sussidiaria di Facebook creata appositamente per questo scopo.

 

 

 

Quanto alla stabilità della moneta virtuale, Facebook ha spiegato che il valore di Libra non si baserà su quello dell’oro bensì su un insieme di asset scarsamente volatili, come depositi bancari e fondi statali  a breve termine, custoditi da banche centrali di elevata reputazione. Il successo della scommessa della cryptovaluta dipenderà dalla risposta degli sviluppatori di app, ai quali da ora è offerto accesso all risorse open source di Libra tramite GitHub. E dipenderà, forse ancor di più, dalle alleanze di ecosistema che Facebook saprà attivare, sfruttando le proprie relazioni in corso con 7 milioni di investitori pubblicitari e 90 milioni di piccole aziende presenti sul social network.

 

Ma come funzionerà, nel concreto, Libra? Il servizio permetterà agli utenti di inviare, ricevere, spendere e conservare in sicurezza il proprio denaro, e il tutto senza alcuna commissione da corrispondere a circuiti di pagamento o banche. Sarà possibile acquistare o riscuotere denaro in Libra sia online sia in punti vendita fisici (per esempio supermercati), per poi spenderlo nelle app dei servizi affiliati. Sarà anche possibile accumulare moneta all’interno di un portafoglio virtuale, che verrà integrato con WhatsApp e con Messenger, oltre che inserito in un’applicazione ad hoc. “Trasferire denaro”, scrive Facebook, “dovrebbe essere facile e conveniente, nonché ancor più sicuro di quanto non sia inviare un messaggio di testo o condividere una foto”. Sarà davvero così? Non resta che attendere per scoprirlo: al momento il sistema di blockchain alla base di Libra è in fase di test, mentre il lancio commerciale del servizio è previsto nel primo semestre del 2020.

 

 
Tag: facebook, social network, pagamenti, criptovaluta, cryptocurrency, moneta virtuale, libra

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