09/04/2021 di Redazione

Le startup italiane possono contare su 212 incubatori e acceleratori

Nel 2020 in Italia sono state incubate circa tremila startup, secondo i dati del Social Innovation Monitor del Politecnico di Torino. In testa la categoria dei servizi di informazione e comunicazione.

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L’ecosistema dell’innovazione italiano è fatto, tra le altre cose, di oltre duecento incubatori e acceleratori di startup: questo il risultato del censimento fatto dal Il team di ricerca Social Innovation Monitor (Sim), con base al Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino. Più precisamente, nel “Report Pubblico sugli incubatori/acceleratori italiani 2020” (realizzato in collaborazione con InnovUp, PNICube, Lifegate, Coopfond, Iren, Studio legale Cafiero Pezzali & Associati, TimeFlow, Experientia, Instilla e Social Innovation Teams) si legge che gli incubatori e acceleratori nel nostro Paese sono 212 e che il loro numero tende a crescere, nonostante le difficoltà economiche e sociali indotte dalla pandemia di covid-19. 

Nel gruppo figurano anche 38 incubatori certificati dal Ministero dello Sviluppo Economico, 27 incubatori universitari e 17 incubatori corporate. Complessivamente, queste oltre duecento realtà nel 2020 hanno supportato circa tremila startup, 3064 per la precisione, aiutandole attraverso una serie di servizi e risorse, offerti sia direttamente sia attraverso una rete di partner. L’opera di “scrematura” è abbastanza rilevante: in media, ciascuna di queste realtà riceve in un anno circa circa 130 richieste di incubazione e ne accetta 25.

“Il 2020 è stato un anno difficile e non è stato facile raccogliere i dati”, ha commentato il professor Paolo Landoni, direttore scientifico della ricerca. “Siamo grati ai numerosi incubatori e acceleratori che sono riusciti a rispondere permettendoci di aggiornare le statistiche su questa importante parte del sistema imprenditoriale. Speriamo che il 2021 sia un anno di ripresa, ci sembra per fortuna di scorgere diversi segnali positivi”.

In media, le startup contano due dipendenti ciascuna e sviluppano un fatturato annuo di circa 163 mila euro. In base alle analisi svolte dal team di ricerca possiamo dire che circa un terzo (34%) degli incubatori/acceleratori italiani acquisisce delle quote societarie nelle organizzazioni incubate, o facendo investimenti di capitale di rischio o in cambio di prestazioni e servizi (work for equity): notiamo che la percentuale è in crescita rispetto a quella del 2019, pari al 27%.

Un elemento di continuità fra un anno e l’altro, invece, è il fatto che la maggior parte degli incubatori scelga di supportare organizzazioni a significativo impatto sociale. Quanto al settore di mercato, tra le startup domina nettamente l’ambito dei servizi di informazione e comunicazione: su dieci realtà incubate, quattro rientrano in questa categoria. Seguono le attività professionali, scientifiche e tecniche e le attività manifatturiere. Tra 2019 e 2020 è aumentato, però, soprattutto il numero di startup incubate del settore noleggio, agenzie di viaggi e supporto alle aziende

 

 

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