Pubblicato il 22 settembre 2017 da Alessandro Andriolo
Uber ha un nuovo “nemico” inaspettato. La Transport for London (Tfl), l’agenzia londinese che gestisce i trasporti pubblici nella capitale britannica, ha negato il rinnovo della licenza all’azienda californiana, motivando la decisione con un secco: “L’approccio e la condotta di Uber dimostrano mancanza di responsabilità”. L’unicorno statunitense, quindi, “non possiede i requisiti per presentarsi sul mercato come operatore privato” a causa anche di “potenziali rischi per la sicurezza”. A essere sotto accusa sono diversi aspetti del business di Uber, dall’utilizzo in passato del software Greyball per eludere i controlli delle forze dell’ordine, alle mancate denunce di molestie sessuali degli autisti, fino alle modalità con cui vengono ottenuti i certificati medici per essere abilitati a diventare driver.
Insomma, una nuova grana per la società, proveniente da una delle città più liberal del mondo e a poche settimane dall’insediamento del nuovo Ceo, Dara Khosrowshahi. Considerata l’importanza della decisione si è fatto sentire anche il sindaco della capitale, Sadiq Khan, il quale ha spiegato che “tutte le compagnie operanti a Londra devono rispettare le regole e rispondere ai più alti standard, soprattutto per la sicurezza dei clienti”. E questo vale anche nel caso venga offerto “un servizio innovativo”.
E ora? Uber potrà continuare a operare sicuramente fino al 30 settembre, data di scadenza naturale della licenza, e avrà poi 21 giorni per fare appello. Periodo in cui l’azienda potrà comunque continuare a offrire il proprio servizio. Poi si vedrà. Non si è fatta ovviamente attendere la risposta della società che, per bocca di Tom Elvidge, general manager della divisione londinese, ha confermato la volontà di presentare ricorso.
“Sono 3,5 milioni i londinesi che utilizzano la nostra app, e abbiamo oltre 40mila autisti autorizzati che si affidano a Uber per guadagnarsi da vivere, siamo scioccati da questa decisione”, ha fatto sapere Elvidge. “Negando il rinnovo della licenza, il sindaco ha ceduto a un piccolo gruppo di persone che tenta di limitare la scelta dei consumatori. Se la decisione verrà confermata, 40mila driver perderanno il lavoro e i londinesi verranno privati di un mezzo di trasporto comodo e conveniente”.
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