18/10/2011 di Redazione

Microsoft e Apple: pirati europei, ridateci 13 miliardi

Secondo le ultime stime di Bsa, i danni causati dalla pirateria alle maggiori aziende produttrici di software sono arrivati in Europa, nel 2010, a 13,5 miliardi di dollari. Le multinazionali hi-tech chiedono pene più pesanti per chi viola il copyright e

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La pirateria in Europa ha fatto perdere a Microsoft, Apple e Adobe circa 13,5 miliardi di dollari lo scorso anno. Ora Warren Weertman, responsabile degli affari legali di Business Software Alliance, il consorzio che rappresenta fra le altre Microsoft, Adobe, Apple e Siemens, chiede ai legislatori del Vecchio Continente di imparare dagli Stati Uniti e punire i ladri in modo severo, e non con multe insufficienti che non si sono dimostrate utili nel contrastare chi contraffa software.

La pirateria in Europa vale oltre 13 miliardi di dollari

Il problema, secondo la Weertman, è che secondo l'unione europea la contraffazione di software è un reato fiscale che rientra nella violazione della proprietà intellettuale. "Il rimborso danni calcolato su cifre forfetarie dovrebbe agire come deterrente, ma le procedure processuali sono lunghe e costose e alla fine si rischia di spendere più di quanto si incasserebbe come risarcimento. Quello che si è instaurato è un circolo vizioso in cui i danni non sono deterrenti sufficienti".

Secondo uno studio condotto a maggio da BSA sembrerebbe che ogni anno in Europa dal 2007 ad oggi sia stato piratato circa il 35 per cento del software distribuito su personal computer. La percentuale negli Stati Uniti è del 20 per cento.

Secondo Ben Allgrove, partner dello studio legale Baker & McKenzie di Londra, il divario è il risultato delle sfide legali lasciate cadere dai proprietari dei copyright: "la maggior parte dei paesi dell'UE non dispone di un tariffario dei danni previsti per legge, e i titolari dei diritti sono obbligati a dimostrare le loro perdite effettive". Secondo Allgrove "c'è una differenza sostanziale tra i rimborsi previsti da sistema statunitense e quelli di molti altri mercati".

Per tutelare il copyright Microsoft chiede un sistema unificato di calcolo dei danni

 Volendo guardare nel dettaglio la situazione nell'Unione Europea, lo scorso anno ci sono stati quattro Paesi che sono rientrati fra i 10 al mondo con una incidenza maggiore della pirateria. In Francia le aziende hanno registrato perdite per 2,6 miliardi di dollari, in Germania sono andati in fumo 2,1 miliardi, mentre in Italia sono stati piratati programmi per un valore di "soli" 1,9 miliardi di dollari.

All'ultimo posto di questa spiacevole classifica c'è il regno Unito, con perdite per 1,8 miliardi di dollari. In tutta l'UE, la Bulgaria ha registrato il più alto tasso di pirateria software nel 2010: 65 per cento, mentre il Lussemburgo ha la percentuale più bassa: 20 per cento (dati BSA).

Allargando il focus a livello globale, il valore del software pirata è cresciuto del 14 per cento, arrivando a quota 58,8 miliardi di dollari lo scorso anno, quasi il doppio del totale calcolato nel 2003. In Cina, quasi quattro programmi in uso su cinque sono pirata, mentre in Russia la percentuale è del 65 per cento (BSA).

La Commissione europea l'anno scorso ha pubblicato un rapporto che mostra alcune disposizioni della normativa vigente dal 2004, ma ha segnalato che sono necessari "ulteriori chiarimenti perché ci sono interpretazioni divergenti a livello nazionale". Microsoft, nell'ambito di una consulenza alla Commissione europea nel marzo scorso ha spiegato che il sistema di rimborso dei danni, sia esso in forma forfetaria o come danni multipli, deve essere estesa dagli attuali 10 Paesi a tutti i 17 Stati dell'UE.

Inoltre, secondo Microsoft dovrebbe esserci un sistema unificato di calcolo dei danni che includa la perdita di profitti e i costi processuali, ulteriori danni per sottrarre all'autore della violazione quanto ha guadagnato in modo fraudolento, oltre ai danni forfetari o multipli.


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