02/08/2011 di Redazione

Microsoft e la privacy: non spiamo i terminali Wi-Fi

Il gigante di Redmond, all’indice negli Usa per aver raccolto i dati inviati via wireless dagli smartphone Windows 7, respinge le accuse, assicura che tali informazioni servono per fornire servizi più precisi e aggiunge nuovi filtri al database degli indi

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Microsoft non ci sta. E alza la voce dopo essere finita al centro delle polemiche nelle ultime 48 ore per via dell’accusa – mossale “formalmente” dal sito News.com – di aver raccolto, tramite il software di  geolocalizzazione legato ai propri servizi di mapping, i dati di milioni di pc portatili, telefoni cellulari e altri device Wi-Fi e di averli  resi disponibili sul Web senza le precauzioni che altri operatori, a cominciare da Google, anch’essa finita all’indice per lo stesso problema qualche tempo fa, hanno già preso.

I dati relativi a un dispositivo di HTC che News.com ha estratto dal database Live.com di Microsoft 


Secondo quanto riportato dal sito americano, l’azienda di Redmond avrebbe archiviato i dati inviati dai telefonini Windows Phone 7 in circolazione negli Stati Uniti e recuperato le posizioni geografiche degli altri dispositivi Wi-Fi grazie ai sistemi di navigazione per auto che hanno utilizzato i servizi di mapping del motore di ricerca Bing.

Ad invogliare alla replica scritta i vertici di Microsoft è stato soprattutto il dettaglio riguardante l’estrema facilità con la quale chiunque, tramite il servizio Live.com, poteva fino a ieri accedere liberamente al database contenente i dati dettagliati inerenti la posizione di dispositivi a piattaforma Windows e non solo (e quindi anche apparecchi Android o iOs). In poche parole, Microsoft stava perpetrando quanto già compiuto nei mesi scorsi da Google e da Apple, con quest’ultima finita nel mirino delle critiche per aver raccolto, all’insaputa degli utenti, i dati di geolocalizzazione dei possessori di iPhone.

Una schermata di una mappa selezionata con il motore di ricerca Bing


La risposta, come premesso, non si è fatta comunque attendere troppo e in buona sostanza tende a spiegare come l’utilizzo dei dati di localizzazione sia funzionale a fornire risultati di ricerca, informazioni sul meteo, mappe e indicazioni stradali più precisi e basati sulla posizione dei dispositivi. In altri termini, Microsoft respinge le accuse sostenendo che per poter erogare servizi geolocalizzati raccoglie i dati trasmessi dalle celle, e nella fattispecie gli indirizzi Mac (Media Access Control) degli access point, ma nel momento in cui viene rilevato un dispositivo che non si trova in una posizione fissa, questo viene automaticamente rimosso dall’elenco degli indirizzi attivi e quindi non più tracciato.

Nella nota inviata a News.com, Microsoft ha inoltre confermato come siano cambiate le modalità di accesso al database, e questo in relazione all’introduzione di un nuovo sistema di filtri finalizzati all’approvazione di ogni singola interrogazione. Ma alla promessa, da parte della società americana, di dare ulteriore concretezza all’impegno per la tutela della privacy News.com ha replicato in buona sostanza così: non esiste al momento un meccanismo di “opt out” in Windws Phone 7 tale da permettere all’utente di rimuovere il suo indirizzo Wi-Fi dal database Live.com. E non ci sia modo per gli utenti di chiedere all'azienda di escludere i propri dispositivi dallo stesso database.


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