19/10/2020 di Redazione

Microsoft: remote working aumenta produttività ma anche isolamento

Dallo studio “Work.Reworked” emerge che la percentuale di aziende che hanno adottato modelli flessibili di lavoro è passata dal 15 al 77 per cento. I manager hanno riscontrato maggiore efficienza da parte dei dipendenti, ma alcuni lavoratori preferiscono

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Il numero di organizzazioni italiane che hanno adottato modelli flessibili di lavoro è aumentato in modo esponenziale, passando dal 15% dello scorso anno al 77 per cento del 2020, e i manager si aspettano che oltre la metà (66%) dei dipendenti continui a operare in remote working almeno un giorno alla settimana. A dirlo lo studio Work.Reworked commissionato da Microsoft a Boston Consulting Group e Krc Research e realizzato coinvolgendo novemila manager e dipendenti di grandi imprese in Europa occidentale, tra cui oltre seicento in Italia. La ricerca aveva lo scopo di comprendere come, in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19, le persone si sono adattate al lavoro da remoto, in che modo le aziende possono supportare i lavoratori e quali sono le aspettative per il futuro.

L’87% dei manager intervistati ha riscontrato una produttività pari o superiore a prima del lockdown e il 71% è convinto che le nuove modalità “ibride” di lavoro comportino significativi risparmi in termini di costi. Inoltre, sei intervistati su dieci (64%) credono che garantire modalità di lavoro da remoto possa essere un modo efficace per trattenere i collaboratori migliori. Sia i manager sia i dipendenti stanno apprezzando i vantaggi del remote working e nessuno vorrebbe tornare alle vecchie abitudini. Infatti, l’88% dei manager si aspetta l’introduzione di modalità di lavoro più ibride nel lungo periodo e i dipendenti prevedono di trascorrere in media un terzo del proprio tempo (37%) al di fuori del tradizionale luogo di lavoro.

L’apprezzamento per il remote working non esclude che le persone possano trovare degli aspetti positivi anche nell’ambiente lavorativo tradizionale, specialmente per la possibilità di socializzare e condividere più facilmente esperienze e informazioni con i colleghi. Uno dei punti critici del lavoro da remoto è, infatti, la sensazione di essere più isolati, un fattore che potrebbe comportare anche un importante calo nel tasso di innovazione.

La ricerca di Microsoft ha evidenziato come il lavoro da remoto possa inibire la condivisione di idee tra le persone e porti i dipendenti a essere meno invogliati a chiedere aiuto o a delegare in modo appropriato. In particolare, è fondamentale supportare il middle management nel superare questi limiti per promuovere una cultura del lavoro che favorisca l’innovazione: il 61% dei manager intervistati riconosce di aver avuto problemi a delegare in modo efficace e a supportare i team virtuali, e il 63% ha ammesso di avere difficoltà nella promozione di una forte cultura di squadra.

La difficoltà nel rimanere connessi con il proprio team influenza la capacità di condividere nuove idee e innovare: rispetto allo scorso anno è stato registrato un calo sensibile nella percentuale di manager che dichiarano che la propria azienda possiede una cultura innovativa (40% nel 2019 al 30% nel 2020.) Allo stesso modo, è stato rilevato una diminuzione anche nella percezione dell’innovazione di prodotti e servizi, che è passata dal 56 al 47 per cento.

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