L’87% dei manager intervistati ha riscontrato una produttività pari o superiore a prima del lockdown e il 71% è convinto che le nuove modalità “ibride” di lavoro comportino significativi risparmi in termini di costi. Inoltre, sei intervistati su dieci (64%) credono che garantire modalità di lavoro da remoto possa essere un modo efficace per trattenere i collaboratori migliori. Sia i manager sia i dipendenti stanno apprezzando i vantaggi del remote working e nessuno vorrebbe tornare alle vecchie abitudini. Infatti, l’88% dei manager si aspetta l’introduzione di modalità di lavoro più ibride nel lungo periodo e i dipendenti prevedono di trascorrere in media un terzo del proprio tempo (37%) al di fuori del tradizionale luogo di lavoro.
L’apprezzamento per il remote working non esclude che le persone possano trovare degli aspetti positivi anche nell’ambiente lavorativo tradizionale, specialmente per la possibilità di socializzare e condividere più facilmente esperienze e informazioni con i colleghi. Uno dei punti critici del lavoro da remoto è, infatti, la sensazione di essere più isolati, un fattore che potrebbe comportare anche un importante calo nel tasso di innovazione.
La difficoltà nel rimanere connessi con il proprio team influenza la capacità di condividere nuove idee e innovare: rispetto allo scorso anno è stato registrato un calo sensibile nella percentuale di manager che dichiarano che la propria azienda possiede una cultura innovativa (40% nel 2019 al 30% nel 2020.) Allo stesso modo, è stato rilevato una diminuzione anche nella percezione dell’innovazione di prodotti e servizi, che è passata dal 56 al 47 per cento.