03/05/2016 di Redazione

Per Sony basta un battito di ciglia per scattare una fotografia

L’azienda giapponese ha registrato il brevetto di una tecnologia di smart lens che unisce funzioni fotografiche e di realtà aumentata. Dotate di videocamera, spazio di archiviazione e unità di trasmissione integrati, le lenti a contatto potranno scattare

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Anche Sony “strizza l’occhio”, è il caso di dirlo, alle tecnologie wearable da indossare a contatto con la cornea. Alla richiesta di brevetto depositata da Google (o meglio, da un’altra azienda del gruppo Alphabet) per un sistema di correzione della vista da impiantare all’interno del bulbo oculare, ecco che i giapponesi presentano qualcosa di simile, e ulteriore. Lo United States Patent Application ha approvato la registrazione di una tecnologia di lenti a contatti smart che non solo migliorano la vista, ma la arricchiscono con elementi di realtà aumentata e con capacità di cattura fotografica e di archiviazione.

Il rilascio del brevetto risale, in realtà, all’inizio di aprile, ma solo ora la notizia è balzata agli onori della cronaca, forse proprio sulla scia della novità di Google. Dalla documentazione si comprende che il prodotto immaginato da Sony includerà all’interno della lente un corredo di processori, memoria (Ram e Rom), sensori, unità di archiviazione e un’antenna per la trasmissione e ricezione di dati da un “dispositivo esterno”.

Più precisamente, i sensori piezoelettrici integrati nelle lenti potranno convertire i movimenti dell’occhio in energia, così da alimentare il funzionamento del sistema; Sony prevede, in ogni caso, altre possibilità di alimentazione e ricarica, come l’induzione elettromagnetica, la risonanza e le onde radio. La cattura di immagini e video, invece, può essere controllata con i battiti delle ciglia, data la capacità delle smart lens di distinguere fra quelli involontari e quelli volontari. Le immagini fotografate potranno poi essere visualizzate direttamente sulla lente, che sarà quindi l’unica “interfaccia” fra la persona e i contenuti digitali. Un bel passo in avanti rispetto ai visori esterni, come i Google Glass.

 

 

Al momento, nel mettere in pratica la teoria Sony deve ancora risolvere alcuni problemi di miniaturizzazione dei componenti, fino al punto di rendere quest’ultimi così piccoli da poter stare in una lente a contatto. Le finalità di questa tecnologia potrebbero non limitarsi alla registrazione e archiviazione di frammenti di realtà, bensì estendersi anche alla correzione dei difetti della vista.

 

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