07/02/2023 di Redazione

Perdita di dati, un problema non da poco per la Pa Italiana

L’arretratezza delle dotazioni tecnologiche nel settore pubblico incide direttamente sulla sicurezza delle informazioni e dei documenti. Un’indagine realizzata da Coleman Parkes mette in luce anche danni di produttività.

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Non è una novità la denuncia di una certa arretratezza dell’innovazione tecnologica nel settore pubblico nazionale. Un’indagine realizzata da Coleman Parkes, però, mette in luce come questo porti a problemi rilevanti nella sicurezza dei dati trattati e nella produttività dei dipendenti.

Non che l’Italia sia messa troppo peggio del resto d’Europa. Lo studio, realizzato, con il supporto di Epson, su oltre 5.600 figure in ambito Pa, sanità e formazione, rivela che il 55% di chi opera nella Pubblica Amministrazione, tanto da noi quanto nel resto del Continente, sa che  le imperfezioni dei processi hanno portato, negli ultimi 12 mesi, alla collocazione errata o alla perdita di dati e documenti. Più alto in Italia è il dato di chi ritiene che le violazioni dei dati siano causate da un aumento dei carichi di lavoro e da una tecnologia scadente (54% contro il 48% della media europea).

Quest’ultimo aspetto agisce anche sulla produttività dei dipendenti. Dall’indagine, infatti, emerge che le persone perdono un giorno al mese (7 ore) proprio a causa di infrastrutture It talmente scadenti da bloccare il lavoro.

In Europa, appare più alta, rispetto all’Italia, la consapevolezza che una maggior digitalizzazione documentale possa proteggere meglio i dati all'interno dell'organizzazione (65% contro 56% da noi), me in generale solo un terzo del campione ha indicato di voler aumentare le attività di scansione per ridurre la perdita di dati e documenti o la loro collocazione errata. 

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