11/05/2023 di Redazione

Process mining e Ai generativa delineano gli sviluppi di Appian

L’edizione 2023 del canonico appuntamento con il mondo del low-code, quest’anno tenutosi a San Diego, ha visto l’attenzione catalizzata dalle modalità di sfruttamento dei dati e dal nuovo programma Insight to Action.

immagine.jpg

Ci si attendevano indicazioni su come Appian avrebbe affrontato il tema dell’abbinamento fra sviluppo low-code e intelligenza artificiale. Una risposta è arrivata dall’annuale evento mondiale, tenutosi quest’anno a San Diego. Ovviamente, a darla è stato il Ceo in persona, Matt Calkins, che però nel suo discorso d’apertura ha prima di tutto tenuto a ribadire quale sia l’identità dell’azienda, destinata a mantenersi a prescindere dalle novità di volta in volta proposte dal mercato: “Siamo una società con una proposizione di process automation end-to-end. La nostra missione non è mai stata così semplice, si fonda su una piattaforma sempre aggiornata, a prova di innovazione e affonda le proprie profonde radici nei dati”.

L’intenzione, già chiarita da tempo, è fare in modo che gli sviluppatori possano svolgere dentro Appian tutte le azioni più importanti che riguardano un processo, dalla creazione alla gestione, dai cambiamenti ai cotnrolli, fino al rilascio e ai successivi aggiornamenti.

L’accenno ai dati fatto da Calkins è significativo, perché rimanda direttamente a Data Fabric 22.4, versione annunciata nello scorso novembre e che risulta a oggi adottata dal 94% dei clienti. Per memoria, stiamo parlando di uno strato di virtualizzazione fra la piattaforma low-code e i dati necessari all’alimentazione dei processi automatizzati. Oggi, a partire da questa sorta di database virtuale, Appian vuole tracciare il futuro dell’automazione dei processi e l’intelligenza artificiale appare la risposta perfetta, a condizione che venga sfruttata in modo corretto.

Qui si innesta una delle novità principali dell’Appian World 2023, ovvero Ai Skill Designer: “Si tratta di un nuovo approccio all’utilizzo dell’intelligenza artificiale”, ha specificato Calkins. “L’idea è di utilizzare un’interfaccia low-code per permettere di selezionare i dati sui quali ogni azienda intende addestrare i propri algoritmi di Ai, per poi arrivare al prodotto finale sfruttando, appunto Skill Designer”.

Il Ceo Matt Calkins durante il suo intervento ad Appian World 2023

Il vendor intende sposare il concetto di un’Ai “privata”, dove si possano meglio sfruttare i vantaggi, dribblandone gli inconvenienti. In sostanza, di fronte ai dubbi che serpeggiano fra gli sviluppatori e che riguardano il timore che l’Ai generativa possa rimpiazzare il lavoro dello sviluppatore tradizionale, Calkins ha voluto offrire rassicurazioni: “L’intelligenza artificiale è un partner fantastico, ma sempre di un partner si tratta. Si può parzialmente occupare di scrittura, ma l’editing spetta all’essere umano. Può suggerire una decisione, ma è il manager a doverla prendere. Questo è destinato a durare per lungo tempo”.

Ai Skill Designer consente alle aziende di creare modelli personalizzati di machine learning basati sui propri dati privati, beneficiando di vantaggi in termini di tempo, sicurezza e assenza di competenze di data science. Nella versione iniziale, il prodotto si concentra sull’automazione delle comunicazioni via e-mail, la classificazione dei documenti e l’estrazione. Appian ha creato anche un plug-in del componente OpenAi ChatGpt per integrare chatbot nei propri workflow, ma anche costruire automaticamente, per esempio, formulari digitali a partire da un documento esistente con istruzioni in linguaggio naturale.

Il process mining si arricchisce

L’altra novità portante di Appian World 2023 è rappresentata da Insight to Action ed è indirizzata al recente cavallo di battaglia del process mining. L’obiettivo resta quello di accelerare il valore delle iniziative di esplorazione dei processi, a un costo definito e liberando le aziende dalla parte onerosa legata alla preparazione dei dati.

L’evoluzione si inscrive nella strategia di espansione che ha già portato al lancio della soluzione Process Mining all’inizio del 2022, puntando sulla capacità di scoprire le inefficienze dei processi, verificare la compliance per rilevare le attività non conformi o ancora effettuare un’analisi automatica delle cause per identificare i modelli e spiegare il comportamento indesiderato dei processi. Oggi, con il programma Insight to action, Appian vuole integrare l’esplorazione dei processi e l’automazione su una piattaforma low-code.

Il programma Insight to Action si compone di due fasi. Quella propriamente denominata Insight prevede che si faccia la valutazione e la trasformazione dei dati necessari per identificare e preparare un processo di esplorazione, terminarne l’analisi e fornire un report dei risultati con correlate raccomandazioni. Nella successiva fase di azione, Appian creerà un piano di progetto che tenga conto dei risultati, realizzerà un workflow ottimizzato, attuerà il processo nuovamente creato e poi rilancerà l’esplorazione per validare le migliorie.

Guardando avanti, Appian ha fornito qualche primizia sulla soluzione Process Hq, che prevede a luglio il lancio del primo programma beta, utile per raccogliere feedback. La novità principale sarà rappresentata dall’utilizzo diretto dei dati e automatizzarne la preparazione. In prospettiva, il vendor vuole restituire informazioni in tempo reale sull’efficacia dei processi, fornendo raccomandazioni su come migliorarli sia in termini di costi e tempi che di riduzione del margine di errore.

 

ARTICOLI CORRELATI