25/01/2022 di Redazione

Remoto o ibrido, il lavoro cerca un equilibrio anche tecnologico

Shannon McKay, general manager Smart Collaboration di Lenovo, riflette sui mutamenti di scenario intervenuti negli ultimi due anni e delinea uno scenario futuro basato sull’experience e la sicurezza del nuovo concetto di workplace.

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L’altalenante andamento della curva dei contagi a livello mondiale, correlata alla diffusione delle varianti del Covid-19, non ha ancora stabilizzato la situazione della modalità di lavoro di molte categorie di lavoratori nel mondo. Fra il desiderio di un progressivo ritorno alla normalità e la paura di ammalarsi, si prefigura uno scenario destinato a rimanere ibrido per diverso tempo.

Studi di diversa provenienza confermano le tendenze del periodo. Il “Future of Work and Digital Transformation” di Lenovo rileva come l’88% dei lavoratori delle grandi aziende preferisce pensare di poter operare da casa o da un luogo diverso da quello aziendale almeno per una parte del proprio tempo, mentre l’83% dei decision maker ritiene che la condizione di lavoro post-pandemica sarà domestica almeno per metà dell’orario. Il più recente Work Trend Index di Microsoft aggiunge che la soddisfazione dei dipendenti raggiunta con il remote working è tale da aver portato il 46% di quelli analizzati a campione a traslocare e il 66% dei business decision maker sta considerando l’ipotesi di ridisegnare gli spazi delle proprie sedi.

Shannon McKay, worldwide general manager Smart Collaboration di Lenovo, si allinea a questi dati nella propria analisi dell’attuale scenario: “Pur avendo un ampio e completo portafoglio di prodotti, ora ci stiamo concentrando sulla consulenza alle aziende impegnate a ripensare il luogo di lavoro e a migliorare l’employee experience. Questo tema, insieme a quello della sicurezza, stanno dominando la scena”.

Shannon McKay al centro (in basso) del proprio gruppo di lavoro sulla Smart Collaboration

Ora per le aziende la sfida è organizzare la forza-lavoro per generare un successo di lungo termine. Dal punto di vista It, occorre andare oltre la semplice dotazione di laptop ben carrozzati per supportare il lavoro delle persone: “Visto che perdura la necessità di utilizzare da remoto parte del proprio tempo, occorre pensare a come ogni dipendente si presenta a colleghi e clienti”, commenta McKay, “ma anche considerare le diverse generazioni di persone e le diverse esigenze che hanno, esattamente con lo stesso peso della sicurezza dell’accesso in rete o la gestione delle identità”.

Lenovo mette sempre il focus principale sull’implementazione dell’hardware e delle sottostanti piattaforme di gestione, ma intende far leva sui partner per ampliare soprattutto il peso consulenziale: “Abbiamo creato il programma Lenovo360 proprio per supportare tutti coloro che vogliono puntare sui servizi alle aziende”, conferma McKay. “Noi mettiamo a disposizione formazione e risorse, che si affiancano a soluzioni come ThinkSmart Manager, uno strumento che può essere utilizzato per gestire dispositivi e ambienti dedicati alla collaborazione”.

Anche dal punto di vista strettamente tecnico, ci sono ambiti dove attendersi un certo miglioramento: “Audio e video sono elementi sui quali ancora stiamo lavorando molto”, spiega McKay, “ma non occorre trascurare la sicurezza, che deve partire da ciò che il dispositivo di connessione può integrare. La gamma vPro è un esempio di dove stiamo andando, proponendo una vera e propria soluzione più che un semplice prodotto”.

 

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