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Schneider Electric guida le aziende verso la sostenibilità

La capacità di includere e misurare tutti gli aspetti collegati all’impatto ambientale dei Data Center è uno degli elementi cardine di un percorso efficace verso il green. Se le ricerche mostrano quanto ancora ci sia da fare su questo fronte, il supporto di un partner competente e di proposizioni come EcoStruxure It aiutano realtà come la tedesca Terra Cloud ad accelerare la transizione.

Pubblicato il 13 febbraio 2023 da Redazione

Il fabbisogno energetico dei Data Center è in costante crescita, in relazione ai processi di trasformazione in corso e ai fenomeni che si sono sviluppati e consolidati nel tempo. Basti pensare come oggi Internet sia il sistema operativo delle moderne economie, ma allo stesso tempo il numero di utenti e il volume di traffico siano aumentati di quindici volte rispetto al 2010. L’utilizzo di tecnologie come IoT, intelligenza artificiale, 5G, edge computing, realtà virtuale o video streaming stanno facendo lievitare la potenza di calcolo necessaria per il loro sfruttamento e la quantità di dati generati.

In questo scenario, ai dipartimenti It viene sempre più richiesto di mettere in atto misure di riduzione diretta dell’impatto sull’ambiente, agendo sulle risorse infrastrutturali impiegate, sui cicli di vita degli apparati o sull’uso delle risorse a disposizione, ma anche di supportare i piani di sostenibilità che le aziende stanno mettendo a punto e che andranno a sfociare obbligatoriamente nella produzione di report, come indicato dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) in via di emanazione a livello di Unione Europea.

Le azioni concrete in direzione green devono tuttavia basarsi su criteri di misurabilità chiari, omogenei e comprensibili non solo per i clienti, ma anche per i top manager che le devono avallare destinando quote di budget. Diventa pertanto necessario concentrarsi intorno a un’idea comune di cosa misurare, come misurarlo e come definire il successo. Veniamo da una tradizione che si è costruita intorno al Pue (Power Usage Effectiveness), un indice creato da Green Grid nel lontano 2007 e che già racchiude indicatori per indurre a ottimizzare l’efficienza di tutti i componenti del Data Center, dal raffreddamento all’illuminazione.

Oggi però la complessità della tematica è tale da richiedere di andare oltre questa forma di misurazione, creando un approccio olistico alla sostenibilità e accogliendo, anche su spinta della stessa Unione Europea, attraverso il concetto di “
sobrietà digitale”, come evoluzione di ciò che precedentemente veniva identificata come green It, per definire un approccio al mondo digitale meno istintivo e compulsivo, bensì più controllato e in grado di definire le direzioni di sviluppo comparando adeguatamente opportunità e rischi.

Lo scollamento fra percezione e realtà
L’Energy Management Research Center di Schneider Electric ha sviluppato un quadro di riferimento composto da metriche specifiche,  descritto nel white paper “Guida alle metriche di sostenibilità ambientale per i Data Center“. L’intento è quello di aiutare le aziende a concentrarsi sugli impatti ambientali che contano, valutare le loro prestazioni rispetto agli altri e fare piani di miglioramento.

Ma come si inquadra questo sforzo di standardizzazione nella realtà operativa delle aziende e nella loro consapevolezza sulle azioni da intraprendere? Qualche indicazione utile arriva da un paio di studi indipendenti che ha commissionato a istituti come 451 Research e Forrester. Il primo, che ha coinvolto oltre 1.150 aziende di medie e grandi dimensioni a livello mondiale, rappresentative di oltre 20 settori verticali, ha messo in evidenza come la maggior parte delle organizzazioni colleghi in modo abbastanza diretto l’attuazione di misure in direzione della sostenibilità a un valore tangibile per il business. Gli interessati tendono a collocarsi su un livello avanzato di maturità, ma a questo non corrisponda una realtà in grado di confermare la percezione. Molte, infatti, sono ancora allo stadio della pura misurazione dell’utilizzo dell’energia, che poi si estende verso la ricerca di dati e metriche uniformi solo in una minoranza del campione analizzato.

Il secondo studio, realizzato da Forrester su un insieme di poco superiore alle mille imprese, con focalizzazione sulla colocation a livello mondiale, ha esplicitato come solo un terzo di esse abbia creato un piano strategico legato alla sostenibilità. Chiave di volta per procedere oltre lungo questo percorso appare l’individuazione di un partner in grado di supportare i progetti presenti e futuri. Non è un caso che le realtà che hanno già coinvolto una società esterna di consulenza in sostenibilità nel quadro delle iniziative abbiano il 33% di possibilità in più di trovarsi a un livello di maturità elevato.

Ecostruxure IT, monitoraggio e controllo delle risorse
Schneider Electric negli anni ha coltivato un approccio fortemente integrato, in grado di accompagnare e anticipare la trasformazione dell’It sotto ogni aspetto, con un indirizzamento che spazia dalle aziende dotate di un proprio Data Center di varia dimensione ai cloud e service provider. Il passaggio a un ambiente It ibrido viene seguito con strumenti che si occupano del controllo sistematico delle infrastrutture, sotto il cappello del DCIM (Data Center Infrastructure Management). L’offerta raccolta nella proposizione EcoStruxure It si occupa proprio di monitorare, pianificare e gestire tutte le risorse di un ambiente elaborativo, comprese quelle allocate su siti periferici, in modalità on-premise o cloud.

L’approccio ha già trovato applicazione concreta in realtà come la tedesca Terra Cloud, uno dei principali attori sul fronte della colocation, che ha utilizzato la soluzione EcoStruxure for Data Centers per ottimizzare l’efficienza energetica della propria infrastruttura. La società gestisce un Data Center da 5 MW ad alta resilienza e tolleranza ai guasti a Hüllhorst, nel nord-ovest della Germania. Le sue strutture forniscono un'ampia gamma di servizi mission-critical per società cloud e piccole e medie imprese, tra cui colocation e hosting, Infrastructure-as-a-Service (IaaS) e Software-as-a-Service (SaaS), storage, Disaster Recovery e backup. 

Grazie alla partnership definita con Schneider Electric, Terra Cloud ha potuto incrementare l'efficienza operativa ed energetica del proprio Data Center, consentendo ai clienti di beneficiare di un risparmio del 20-30% dopo aver trasferito in hosting le proprie risorse elaborative. Il colocator tedesco ha implementato (per prima in Europa) anche il gruppo di continuità Galaxy VL di Schneider Electric con batterie agli ioni di litio, utilizzando la sua modalità eConversion brevettata per offrire un'efficienza del 99% senza compromettere la disponibilità.

Nell'ambito della sua nuova strategia di sostenibilità, l'azienda prevede di sfruttare la potenza dell’energia eolica e solare, passando da un mix che prevede l’80% di risorse rinnovabili e il 20% di risorse naturali, a un'alimentazione prodotta al 100% con energie rinnovabili. Inoltre, in collaborazione con Schneider Electric, realizzerà un prototipo per testare i vantaggi in termini di efficienza energetica e sostenibilità della tecnologia di raffreddamento a liquido a immersione a livello di telaio.

Scarica la tua copia del white paper “Guida alle metriche di sostenibilità ambientale per i Data Center“.

Tag: data center, sostenibilità, green it, dcim, colocation, Pue

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