Serviranno tre anni per vedere con gli occhiali smart di Apple
L’analista Gene Munster fissa il lancio del dispositivo di realtà aumentata verso la fine del 2021: “La società non è ancora pronta per questa tecnologia”. Secondo l’esperto, nel primo anno l’indossabile potrebbe portare nelle casse di Cupertino 13 miliardi di dollari.
Pubblicato il 18 maggio 2018 da Redazione

Apple lancerà i suoi occhiali per la realtà aumentata verso la fine del 2021. Ne è convinto Gene Munster, analista di Loup Ventures, che motiva la propria teoria specificando come la società oggi non sia ancora pronta per dispositivi di questo genere. “Ma lo saremo”, aggiunge l’esperto. “La realtà aumentata funziona meglio se gli utenti hanno le mani libere. Non siamo fatti per scoprire il mondo sorreggendo una ‘piccola finestra’. Braccia e occhi si stancano. Gli occhiali risolvono il problema, ma ne creano un altro a livello di privacy. Ci aspettiamo un’adozione contenuta dei wearable fino a quando un dispositivo di questa categoria non sarà in grado di modificare le dinamiche sociali”, continua Munster. “Allo stesso tempo, la tecnologia dovrà però essere avanzata fino a punto in cui il design non rappresenti un fattore negativo. Quando questo accadrà, molto probabilmente gli indossabili diventeranno di massa”.
È da tempo che si vocifera di un progetto di questo genere nascosto nei laboratori di Cupertino, ma fino ad oggi non sono mai emersi dettagli. È certo però che la Mela sia molto interessata alla realtà aumentata, al punto da mettere a disposizione degli sviluppatori un kit per creare applicazioni immersive che sfruttino i più recenti avanzamenti tecnologici disponibili sull’iPhone. Creare degli occhiali consumer che sappiano abbinare design, praticità e protezione della privacy non è però facile.
La prima a provarci fu Google, con un progetto di occhiali per la realtà aumentata convertito da dispositivo per le masse a prodotto per l’enterprise. Intel ha invece fatto sapere di recente di aver rimesso nel cassetto i propri piani per un indossabile analogo. Munster si dice invece sicuro che, al massimo fra tre anni, i tempi saranno maturi per gli smart glasses. E l’analista dà anche le cifre.
“Ci aspettiamo la vendita di circa dieci milioni di unità nel primo anno, alla pari del primo anno dell’Apple Watch. Basandoci su un prezzo medio di vendita di 1.300 dollari, il business dovrebbe aggirarsi attorno ai 13 miliardi, che rappresenterà il tre per cento del fatturato” della Mela nell’esercizio fiscale 2022. Nel frattempo, però, è arrivata una doccia fredda per il colosso californiano.
Ad aprire il getto è stata la Corte di Giustizia europea, che con una nuova sentenza ha impedito agli Stati Uniti di assistere Apple nella causa di appello legata al pagamento delle tasse arretrate all’Irlanda. Un “balzello” da 13 miliardi di euro, calcolato nel 2016 da Bruxelles per aver ricevuto trattamenti fiscali troppo favorevoli dal governo di Dublino su un periodo di oltre dieci anni. L’alta corte ha sostenuto la tesi di un’altra sentenza, dello scorso dicembre, in cui gli Usa non erano riusciti a dimostrare in quale modo potessero avere un interesso diretto nelle questioni fiscali della Mela.
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