Smartwatch “firmati” Qualcomm: la parola chiave è autonomia
L’azienda ha svelato il system-on-chip Snapdragon Wear 3100, caratterizzato da un’architettura completamente rinnovata per garantire la massima durata possibile della batteria. I primi clienti sono Fossil, Louis Vuitton e Montblanc.
Pubblicato il 11 settembre 2018 da Redazione

Qualcomm torna a innovare nel mercato dei chip per dispositivi indossabili. A oltre due anni dal lancio delle soluzioni Snapdragon Wear 2100, l’azienda di San Diego ha presentato la piattaforma Wear 3100, sviluppata in stretto contatto con Google e quindi ottimizzata per il sistema operativo Wear Os. Il punto di forza di questa nuova generazione di system-on-chip è, secondo il vendor, il basso consumo energetico che permetterà ai futuri indossabili di avere una maggiore autonomia (da sempre un elemento di debolezza di questi dispositivi). La soluzione è stata creata con gli stessi componenti dell’iterazione precedente, ma organizzati in modo diverso a livello di architettura e di gerarchie. Ecco quindi fare capolino i “soliti” processore a 28 nanometri Arm Cortex-A7 a quattro core, la scheda grafica integrata Adreno 304 e il modem Lte Cat.5.
Come detto, però, a cambiare è la classica struttura Big.Little, che ora è diventata Big-Small-Tiny. Il primo elemento è rappresentato dai quattro core del processore A7, affiancati dallo “small” digital signal processore (Dsp) e dal nuovo coprocessore a basso consumo (“tiny”). Questo componente, noto come Qcc1110, ha richiesto tre anni di sviluppo e occupa una superficie di appena 21 millimetri quadrati. Il suo compito è quello di affiancare la Cpu principale durante lo standby degli orologi, riducendo così al minimo l’impatto sulla batteria.
Il coprocessore, inoltre, è dotato di un motore di deep learning per carichi di lavoro personalizzati e specifici, come ad esempio l’identificazione di parole chiave. Il bilanciamento raggiunto da Qualcomm, grazie anche al nuovo sottosistema di gestione dell’energia Pmw3100, permette agli indossabili di arrivare a 15 ore di autonomia con Gps e monitoraggio del battito cardiaco attivi. Con la piattaforma Snapdragon Wear 2100 lo smartwatch durava al massimo tre ore.
Per le attività di tutti i giorni, invece, il vendor promette un’autonomia addirittura di un mese con una batteria da 340 mAh completamente carica e di una settimana con il 20 per cento residuo. In linea generale, Qualcomm dichiara dalle 4 alle 12 ore di durata in più, a seconda della capacità della batteria e delle configurazioni degli orologi. Il system-on-chip supporta anche il doppio schermo e la modalità always-on.
I primi clienti che sfrutteranno gli Snapdragon Wear 3100 saranno Fossil Group, Louis Vuitton e Montblanc e i loro smartwatch dovrebbero già arrivare sul mercato entro la fine dell’anno. Google invece ha dichiarato che per i prossimi mesi si limiterà a collaborare con i partner senza lanciare nessun nuovo prodotto. Qualcomm fornirà ai partner tre versioni del chip: con funzionalità Bluetooth e Wifi, con Gps e con modem 4G Lte integrato.
CHIP