21/12/2015 di Redazione

Sony vuole dare nuova vita agli ioni di litio. O bandirli?

L’azienda sarebbe al lavoro su due prototipi di batterie, in grado di assicurare una durata maggiore del 40% rispetto ai modelli oggi in commercio. Una soluzione prevede l’utilizzo di un composto di zolfo e litio, l’altra è una combinazione di magnesio e

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Sony si aggiunge alla lunga lista di sognatori che stanno provando ad aumentare la vita alle batterie utilizzati in dispositivi elettronici sempre più voraci. L’obiettivo dell’azienda giapponese, secondo quanto riportato da Nikkei, è sostituire entro il 2020 gli ioni di litio con un composto a base di zolfo e litio, che assicurerebbe una durata maggiore del 40%. Il piano del colosso nipponico prevedrebbe innanzitutto la commercializzazione di batterie per smartphone, per poi buttarsi anche su altre tipologie di device. La durata di una singola carica è ormai il vero punto debole per gran parte dei cellulari moderni, caratterizzati da schermi sempre più grandi e componenti elettronici performanti. Le batterie attualmente in studio nei laboratori di Sony, la prima azienda a introdurre accumulatori agli ioni di litio, sarebbero due e sfrutterebbero in un caso un composto di zolfo e litio e, nell’altro, una combinazione di magnesio e zolfo.

“Sebbene l’elettrodo positivo basato sullo zolfo abbia un basso voltaggio, il valore teorico della sua capacità è molto alto, dando la possibilità potenziale di realizzare una batteria con una densità energetica superiore ai mille wattora per litro”, scrive il Nikkei. In realtà, uno schema di questo genere è già stato testato in passato, ma il problema principale riscontrato dai ricercatori è sempre stato quello della longevità.

Infatti, la soluzione elettrolitica in cui viene immerso l’elettrodo, cioè il metallo conduttore, tenderebbe col passare del tempo a dissolversi, rendendo così le batterie inutilizzabili per dispositivi che necessitano di ricariche quasi quotidiane. A quanto pare, Sony sarebbe invece ormai “vicina” alla risoluzione del problema, aprendo di fatto la strada allo sviluppo di accumulatori di questo genere. Inoltre, lo studio del magnesio in sostituzione del litio potrebbe dare al colosso giapponese un ulteriore vantaggio competitivo sugli altri player interessati al mercato delle batterie.

Come, per esempio, Google, che avrebbe in serbo una ventina di progetti sperimentali per studiare anche delle alternative agli ormai datati ioni di litio. Tra queste, si trovano le batterie a stato solido che, facendo a meno dei liquidi, risultano meno infiammabili e quindi di gran lunga più sicure di quelle standard con soluzione elettrolitica. Tra le loro destinazioni spiccano i dispositivi mobili, gli indossabili e le lenti a contatto dotate di sensori, che la stessa Big G sta sviluppando.

 

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