02/01/2014 di Redazione

Stoccolma, Londra e Singapore sul podio dell'Ict

L’annuale report di Ericsson, il Networked Society City Index, colloca le due capitali europee e quella asiatica in cima alla classifica delle città più mature dal punto di vista dell’Ict. Il legame fra tecnologia e ambiente, economia e qualità della vita

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Non c’è traccia di città italiane nei piani alti del Networked Society City Index 2013, l’annuale classifica stilata da Ericsson valutando il grado di maturità Ict di 31 capoluoghi del mondo. Va detto che, in realtà, nessuna metropoli nostrana rientrava nella rosa delle località indagate in questa edizione del report, che invece considerava Parigi, Londra, Stoccolma, Oslo, Copenaghen, Helsinki e Mosca fra le europee, oltre a Pechino, Buenos Aires, Cairo, Delhi, Dhaka, Hong Kong, Istanbul, Jakarta, Johannesburg, Karachi, Lagos, Los Angeles, Manila, Città del Messico, Miami, , Mumbai, New York, San Paolo, Seoul, Shanghai, Sydney, Taipei e Tokyo negli altri continenti.

La classifica del Networked Society City Index 2013


E sul podio svetta proprio l’Europa, con Stoccolma e Londra al primo e secondo posto, seguite da Singapore. La triade identifica le città con la maggiore “maturità Ict”, intesa come capacità di fare leva sugli investimenti in Ict per lo sviluppo economico (produttività, competitività), sociale (sanità, educazione, inclusione) e ambientale (inquinamento, risorse, cambiamento climatico). Queste tre variabili si legano al miglioramento dell’Ict con quello che Ericsson chiama effetto “triple bottom line”.

Nel dettaglio l’indice considera due gruppi di indicatori: i tre già menzionati – società, economia e ambiente – e altri più prettamente tecnologici, cioè infrastrutture (presenza e qualità della banda larga), disponibilità (costi e tariffe) e livelli di utilizzo (personale, pubblico) dell’Ict. Inoltre, questa edizione del report ha incluso ulteriori elementi, come il 4G, gli open data, le transazioni elettroniche e in generale un utilizzo più evoluto della tecnologia stessa.

Tecnologia che migliora la vita

Classifica a parte, un dato di fondo è evidente: la correlazione tra Ict e lo sviluppo sociale, economico e ambientale. Più si investe in tecnologie, insomma, più si vive bene. E poi ci sono le sinergie, che aiutano l’economia della città. “L’Ict velocizza notevolmente le interazioni tra i vari attori, rendendole più intense e produttive”, ha commentato Patrik Regårdh, direttore degli Ericsson Networked Society Lab. “Il costo ridotto dello scambio di informazioni e transazioni favorisce la nascita di nuove imprese e collaborazioni. Come risultato, lo sviluppo economico di una città si rivitalizza”.

Il fatto che la capitale svedese sia al primo posto della classifica è dovuto alla sua infrastruttura Ict ben sviluppata, a un elevato tasso di penetrazione di smartphone e connessioni ad alta velocità (come quelle 4G Lte), così come a iniziative di innovazione e sviluppo che fanno leva sull’Ict. Singapore, invece, a detta del report è “la prova del successo della rivoluzione tecnologica nell’accelerare lo sviluppo e trasformare l’intera economia”.


Secondo il City Index, le città nelle economie emergenti e ai primi stadi di maturità Ict potrebbero migliorare le loro prestazioni concentrandosi sullo sviluppo socio-economico e acquisire una chiara consapevolezza di come sfruttare le tecnologie per lo sviluppo del settore pubblico e privato. La capacità dei cittadini di utilizzare le nuove tecnologie e di ottenere benefici diretti deve essere prioritaria per trainare lo sviluppo su larga scala e a lungo termine. Il report, inoltre, sottolinea l’importanza della collaborazione fra le città: per esempio, introducendo modelli armonizzati di open data, al posto dei vigenti sistemi o protocolli diversificati, si portebbe accelerare l’innovazione.

“Una soluzione open data”, ha spiegato Regårdh, “potrebbe per esempio consentire che gli stessi servizi di informazione sul trasporto pubblico funzionino non solo a Miami, ma anche a Jakarta o a Città del Messico. Questo renderebbe la vita più facile a turisti e viaggiatori, ma farebbe anche risparmiare le città sui costi delle infrastrutture, dal momento che potrebbero usare soluzioni di scala”.

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