15/12/2017 di Redazione

Trasformazione digitale sì, ma senza dimenticare il lato umano

Le nuove tecnologie sono entrate a forza in azienda ed evolvono a una velocità superiore alle capacità di adattamento delle persone. Quali aspetti considerare per gestire il cambiamento nel modo migliore? Ce lo spiega Javier Diez-Aguirre, vice president,

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Il digitale sta portando vantaggi significati nelle imprese e ormai ha già rivoluzionato il modo di lavorare, soprattutto in ufficio. I dipendenti sono affascinati dalle nuove tecnologie e vogliono che il management dia loro strumenti in più per sfruttarle al meglio e per capirle, in modo che la forza lavoro possa aumentare in termini di efficienza, ma che abbia anche la possibilità di svolgere più di frequente alcuni compiti direttamente a casa. Javier Diez-Aguirre, vice president, corporate marketing di Ricoh Europe ci illustra i risultati di una ricerca condotta da Censuswide sul digital workplace.

 

Javier Diez-Aguirre, vice president, corporate marketing, Ricoh Europe

 

Basta dare un’occhiata negli uffici per rendersi conto dell’impatto che la tecnologia ha sul nostro modo di lavorare. Lavagne interattive, sistemi per la unified communication basati sul cloud e dispositivi mobile sono alcuni degli esempi della rivoluzione in atto. Ed è solo l’inizio. Dall’Hype Cycle di Gartner relativo al 2017 emergono alcuni importanti trend. Realtà virtuale, machine learning, deep learning e realtà aumentata sono gli ambiti indicati come principali per i prossimi 2-5 anni. Queste tecnologie miglioreranno la produttività, aiutando i dipendenti a lavorare in modo più veloce e smart. E non sono solo gli analisti ad identificare questi trend: da una ricerca commissionata da Ricoh a Censuswide emerge come secondo i dipendenti europei l’intelligenza artificiale e la robotica cambieranno il modo di lavorare.

Quattro intervistati su dieci si aspettano che nel prossimo futuro svolgeranno, grazie alle nuove tecnologie, un lavoro che oggi non esiste e sono ottimisti a riguardo. I dipendenti sono infatti convinti che le nuove tecnologie porteranno vantaggi significativi, tra cui: accesso ai dati più immediato (44% del campione); possibilità di lavorare da casa più frequentemente (42%); riduzione delle attività ripetitive (41%) e automazione dei processi amministrativi (36%).

Si prospettano quindi ambienti di lavoro molto più moderni in cui, ad esempio, l’analisi dei dati aiuterà a prendere decisioni migliori e aumenterà l’efficienza. Inoltre, riducendo il numero delle attività ripetitive i dipendenti avranno più tempo per attività a maggior valore. Le promesse sono quindi notevoli, ma come possono i business leader individuare le tecnologie più adatte al digital workplace?

Vi sono, secondo Ricoh, tre passi da percorrere, tutti riconducibili a un fattore chiave nei progetti di trasformazione digitale: i dipendenti. Innanzitutto, aumentare il focus sulle aspettative: il 59 per cento dei lavoratori è convinto che l’innovazione tecnologica possa avere un impatto positivo sulla loro giornata e la quasi totalità del campione (98%) è entusiasta o fiduciosa all’idea che nella propria azienda vengano introdotte nuove tecnologie.

I dipendenti chiedono quindi di poter sfruttare i nuovi paradigmi tecnologici abilitati da dispositivi mobili, connettività, app e cloud, per poter lavorare meglio e collaborare con altri. In secondo luogo, è fondamentale sapersi orientare fra le novità: l’identificazione e la scelta delle tecnologie potrebbero sembrare qualcosa di ovvio, ma in realtà non lo sono.

I dipendenti coinvolti nella ricerca Ricoh pensano che le imprese compiano a volte scelte sbagliate. Il 47 per cento del campione d’indagine è infatti convinto che le tecnologie a disposizione non consentano un effettivo aumento della produttività. È quindi opportuno che, prima di implementarne una nuova, le persone vengano consultate in modo che l’innovazione risponda alle loro esigenze.

Infine, la formazione. Solo il 27 per cento dei lavoratori pensa che la propria azienda offra formazione adeguata sulle nuove tecnologie. Uno su tre afferma di non sentirsi in grado di utilizzare correttamente anche le soluzioni hardware e software più semplici, come Office, le stampanti multifunzione e i Pc. Per non parlare poi delle tecnologie quali i sistemi per l’automazione di processi complessi.

Il 56 per cento di loro dei dipendenti vorrebbe che la propria società garantisca maggiore formazione e aggiornamento, in particolare sul digitale. I due passi precedenti dovrebbero quindi includere l’analisi delle capacità dei dipendenti in modo da colmare eventuali divari. Concludendo, la trasformazione digitale non inizia con la scelta delle tecnologie e non termina con la loro implementazione. Prima e dopo queste due fasi le aziende devono considerare l’elemento che, in ogni momento, determina il successo del progetto: le persone.

 

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