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Tsmc in bilico tra crescita dei ricavi e problemi di supply chain

Taiwan Semiconductor Manufacturing Co cresce in fatturato e utili nel primo trimestre, spinta dalla domanda di chip per l’automotive e per i sistemi di supercalcolo.

Pubblicato il 14 aprile 2022 da Valentina Bernocco

La domanda di chip quest’anno si manterrà su alti livelli. Così assicura Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, meglio noto come Tsmc, e l’andamento della principale fonderia di semiconduttori al mondo (nonché principale fornitore di Apple) è una buona cartina tornasole per capire le tendenze dell’intero mercato. Nel trimestre iniziale dell’anno l’azienda ha registrato un fatturato consolidato pari a 491,08 miliardi di dollari taiwanesi, cioè oltre 16,9 miliardi di dollari statunitensi, e un utile netto di 202,73 miliardi di dollari taiwanesi, ovvero poco meno di 7 miliardi di dollari Usa.

I risultati, superiori alle stime degli analisti, hanno segnato un incremento anno su anno di circa il 35,5% per quanto riguarda il fatturato e del 45% negli utili netti. Merito, soprattutto, della forte domanda di semiconduttori per il settore automobilistico e per l’High Performance Computing (Hpc). Per il trimestre terminante a fine giugno, Tsmc prevede di ottenere ricavi compresi tra 17,6 e 18,2 miliardi di dollari, in significativa crescita rispetto ai 13,29 miliardi di dollari messi a segno un anno prima.


Al pari di altre fonderie, anche la taiwanese da un paio di anni è sotto pressione per la difficoltà di assecondare una crescente domanda di chip destinati a server, computer, smartphone e dispositivi IOT, a fronte di rallentamenti della produzione causati dai lockdown. Il generale rialzo dei prezzi ha alimentato nel 2020 e 2021 i margini operativi di aziende come Intel, Samsung e la stessa Tsmc, unite anche nell’intenzione di ampliare le proprie capacità produttive per soddisfare la crescente domanda. 


“Le nostre forniture fronteggiano grandi sfide di supply chain”, ha dichiarato C.C. Wei, amministratore delegato di Tsmc, “a causa del prolungato impatto del covid, che provoca difficoltà nel lavoro, nei componenti e nei chip e che sta allungando i tempi di consegna sia per i nodi avanzati sia per quelli maturi”. La società definisce “nodi avanzati” le tecnologie di processo dai 7 nanometri in giù, dalle quali deriva circa la metà dei ricavi.

 


 

Il Ceo ha fatto sapere che l’azienda per quest’anno non si attende impatti negativi sulla capacità produttiva, mentre si lavora per risolvere i problemi di consegna dei macchinari che serviranno a realizzare nuove linee. Macchinari che tardano ad arrivare perché mancano, a loro volta, i componenti necessari ad assemblarli, come lenti, valvole, pompe, plastiche, microcontrollori e moduli elettronici. A fine 2021 Tmsc ha avviato la produzione di chip a 3 nanometri, destinati a futuri dispositivi di Apple, ed è intenzionata a partire con la tecnologia di processo a 2 nanometri entro il 2025. Considerati i lunghi tempi di realizzazione delle fabbriche di semiconduttori, le attuali difficoltà di approvvigionamento potrebbero scombinare questa tabella di marcia.

Tag: mercati, processori, chip, semiconduttori, supply chain, tsmc

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