Uber rinuncia al sud-est asiatico, attività vendute a un rivale
La società di San Francisco ha accettato di vendere alla concorrente Grab il proprio ramo di business attivo nella regione geografica. Acquisirà, però, una quota di minoranza dell'azienda acquirente.
Pubblicato il 26 marzo 2018 da Redazione

Tempo di cambiamenti, anche forzati, per Uber. Dopo lo sfortunato incidente mortale verificatosi in Arizona e la scelta di sospendere momentaneamente i test sulla guida driverless, la società ha deciso di fare un passo indietro nel sud-est asiatico, regione succulenta poiché molto popolata (circa 640 milioni di persone) ma anche già presidiata dalla concorrenza. Secondo l'accordo di acquisizione appena raggiunto, le attività di Uber nella regione saranno comprate da Grab, società di ride haling e ride sharing nata in Malesia nel 2011. Così riporta Reuters, citando anonime fonti “a conoscenza dei fatti” ed evitando di riferire il valore finanziario dell'operazione.
Grab può vantare la flotta di veicoli in noleggio e condivisione più ampia dell'intero sud-est asiatico e una media di tremila corse al giorno. È presente in 65 città fra Singapore, Tailandia, Malesia, Indonesia, Myanmar, Filippine e Vietnam, con servizi di noleggio e trasporto privato su automobile, moto e bicilette.
Più che una ritirata, la mossa di Uber, riferita dalle fonti, appare come un cambiamento di strategia che ricalca quanto già fatto nel 2016 con la vendita delle attività cinesi a un suo concorrente locale, Didi Chuxing. In cambio, l'azienda californiana in quel caso aveva ottenuto una partecipazione all'interno della società del compratore, e lo stesso accadrà ora con Grab.
A detta di Reuters, Uber metterà le mani su una quota compresa fra il 25% e il 30% di una società che attualmente è valutata intorno ai 6 miliardi di dollari (e che vanta tra i propri investitori la già citata Didi e SoftBank). Acquisendo gli asset, le tencologie e le competenze di Uber, il compratore potrà mettere pressione su concorrenti come l'indonesiana Go-Jek. Quest'ultima è reduce da un round di finanziamento di 1,2 miliardi di dollari, a cui ha partecipato anche Google (con circa 100 milioni di dollari, secondo indiscrezioni) e Samsung Venture Investment, mentre già in precedenza aveva ottenuto il sostegno finanziario di Tencent.
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