24/06/2019 di Redazione

Un 5G senza traccia di Cina: così lo vuole Donald Trump

Secondo indiscrezioni, il governo statunitense avrebbe chiesto ai carrier di telecomunicazione statunitensi di evitare l’uso di apparati e software di rete progettati o fabbricati in Cina.

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Un 5G totalmente “epurato” da ogni presenza cinese. Mentre si torna ancora a una volta a parlare di Huawei, del rischio di contraccolpi dei dazi voluti da Donald Trump sulle importazioni cinesi, la più ampia questione politica, commerciale e tecnologica rimane sotto ai riflettori. Delle “fonti informate sui fatti” hanno riferito al Wall Street Journal che l’inquilino della Casa Bianca vorrebbe inasprire ulteriormente le regole federali sul 5G, impedendo agli operatori telefoni l’uso di hardware o software “made in China”, cioè sviluppato o fabbricato nel Paese.

 

La richiesta rientra nell’ambito del lavoro di studio e valutazione del governo in merito ai presunti rischi informatici (cyberspionaggio, in particolare) legati alle tecnologie cinesi. A detta delle fonti, ufficiali governativi avrebbero chiesto ai carrier di sviluppare negli Stati Uniti sia gli apparati hardware, come le stazioni radio base, i router e gli switch, sia i software necessari per offrire servizi 5G.

 

I colloqui tra governo e carrier di telecomunicazione sono ancora “in una fase informale”, ma qualcosa di più ufficiale dovrà delinearsi nel corso dell’estate. A ottobre, infatti, entreranno pienamente in vigore le restrizioni commerciali volute da Trump e poi parzialmente sospese, fino a ottobre appunto, dal Dipartimento del Commercio: terminato il periodo di transizione, se nulla cambierà, le aziende statunitensi non potranno più acquistare componenti da fornitori cinesi, né le cinesi potranno acquistare da loro.

 

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